Dopo la conferenza stampa del leader di Italia viva Matteo Renzi, che ha annunciato le dimissioni dei tre membri del governo espressi dal partito, la palla passa in mano al presidente del Consiglio. Dopo l’addio di Teresa Bellanova, Elena Bonetti e Ivan Scalfarotto, le alternative che ha davanti sono diverse. 

Renzi non ha chiuso a un nuovo giro di trattative con Giuseppe Conte per parlare nuovamente del programma di legislatura: non è dunque escluso che i rappresentanti dei partiti di maggioranza si ritrovino per nuove trattative. 

Salire al Quirinale

Dopo l’annuncio dell’apertura di una crepa importante che spacca il governo, il premier potrebbe anche decidere di recarsi nuovamente al Colle, per chiedere l’autorizzazione a tentare un voto di fiducia di fronte al parlamento al nuovo esecutivo, per cui servirebbe un appoggio esterno di Italia viva (improbabile, a questo punto), oppure il sostegno del gruppo dei responsabili. Nei giorni scorsi molti commentatori si erano detti scettici che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella potesse dare il proprio via libera a un governo sostenuto dai responsabili non riuniti in un nuovo gruppo parlamentare. Nonostante i lavorii degli ultimi giorni non è chiaro se ad oggi questa nuova formazione sia pronta. 

Conte dovrebbe recarsi sempre al Colle anche se decidesse di dimettersi: in tal caso, il governo dimissionario dovrebbe comunque affrontare la conversione in legge con voto del parlamento del decreto Ristori V e dello scostamento di bilancio ad esso collegato, che comunque Italia viva si è detta disponibile a sostenere.

In quel caso, comunque ci sarebbe un’ulteriore extrema ratio. Sergio Mattarella potrebbe infatti mettere in pausa le dimissioni di Conte per permettergli di sondare un nuovo accordo politico con l’attuale maggioranza oppure con l’ingresso di una formazione di responsabili.

Se fallisse anche questa strada, il Capo dello stato potrebbe comunque proporre nuove consultazioni per la creazione di un nuovo governo con un diverso premier, ma sostenuto dalla stessa maggioranza del Conte Bis. Altrimenti, l’unica alternativa alle elezioni sarebbe un governo di unità nazionale o tecnico. 

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