I territori importanti da rifrequentare e presidiare per la politica, e in particolare per il Pd, sono sempre meno spazi fisici e reali e sempre più luoghi simbolici e immateriali, dove si creano e si consolidano identità e appartenenze e dove si aggrega una volatile opinione pubblica.
- Il rapporto con il territorio e il radicamento dei partiti ha rappresentato per la politica novecentesca un requisito essenziale e vincente. Ma è ancora così strategico?
- Se è possibile ritenere il progressivo disarmo dai territori e la conseguente perdita di contatto con gli elettori due delle principali cause del fallimento del Pd, i successi di altri partiti negli ultimi anni invitano quantomeno a riconsiderare il peso e l’attualità di queste variabili.
- I territori importanti da rifrequentare e presidiare per la politica e, in particolare, per il Pd sono sempre meno spazi fisici e reali e sempre più luoghi simbolici e immateriali, dove si creano le nuove identità e appartenenze e dove si aggrega una volatile opinione pubblica.
Il risultato delle elezioni del 25 settembre con la sconfitta del Pd e il conseguente passo indietro del suo segretario Enrico Letta, ha riaperto il non nuovo dibattito su natura, storia e prospettive del partito. Molte e contrastanti sono state le proposte avanzate: dal “semplice” cambio del segretario nel segno di una sostanziale continuità, allo scioglimento, da una revisione programmatica, al congresso ricostituente. E molte sono state le cause individuate di una sconfitta che, come i dati



