«Grillo resta il garante e deve comunque essere coinvolto per l'agenda politica da Giuseppe Conte. È un vulcano di idee sulla transizione ecologica e la sua anima antisistema può essere solo un arricchimento per il percorso di rinnovamento guidato da Conte», parola di Luigi Gallo, deputato M5s già presidente della Commissione cultura della Camera dei deputati.

Da sempre vicino alle posizioni del presidente della Camera Roberto Fico, uno dei primissimi ad abbracciare il neonato Movimento, Gallo fa parte della corrente più legata alle origini del Movimento. È uno dei più netti a esporsi a favore del fondatore del Movimento nello scontro con il leader in pectore ormai a un passo dalla rottura, Conte, sui suoi social. 

In queste ore concitate sono infatti proprio i profili personali a indicare le posizioni degli eletti Cinque stelle: ognuno sceglie con la propria sfumatura dove posizionarsi nell’ampio spettro di possibilità tra contiani e sostenitori di Grillo. Per disegnare gli schieramenti interni, dunque, si può provare a leggere tra le righe. 

Il silenzio della mediazione

Più sobri i big, come i ministri Luigi Di Maio e Stefano Patuanelli, occupati in queste ore a fare da mediatori tra i due vertici del Movimento in attesa della conferenza stampa di Conte: mentre il ministro degli Esteri si limita a un «Diamo il massimo e rimaniamo uniti», quello dell’Agricoltura per ora non si espone. 

Resta sul vago anche l’europarlamentare Dino Giarrusso, che in un ardito fotomontaggio dove si inserisce tra Grillo e Conte rilancia l’appello all’unità del ministro degli Esteri.

Sono ore tese, in cui il gruppo parlamentare di Camera e Senato guarda con timore alle possibili conseguenze a cui potrebbe andare incontro il Movimento. Grillo ha già annunciato che seguirà la conferenza stampa dell’ex presidente del Consiglio da Marina di Bibbona e non raggiungerà Roma come inizialmente previsto. 

Mentre Paola Taverna spende parole di sostegno per la candidata a Roma Virginia Raggi e pubblica immagini istituzionali sfocate, ma senza intervenire sul contrasto Conte-Grillo, a dire la loro sullo scontro interno arrivano anche tanti ex, soprattutto di quelli che hanno lasciato dopo il voto di fiducia al governo Draghi, il senatore romano Emanuele Dessì, anche lui fuori dal M5s dopo la scelta di appoggiare il governo Draghi, che interviene con un post duro a favore di Conte sulle peripezie che si stanno consumando nel suo vecchio partito. 

L’interesse degli ex

Mentre l’ex parlamentare e leader ribelle Alessandro Di Battista è in viaggio in Sud America «sulle tracce del Che», a guardare l’evoluzione della vicenda c’è anche il senatore Nicola Morra, che in un post spiega che «in Italia e non solo siamo in tanti che vogliamo iscriverci al club degli amici dei mulini a vento! Perché se si vuole cambiare il mondo un utopista folle riesce molto di più di realisti opportunisti...».

Un occhiolino a chi, ancora dentro il Movimento, si augura il ritorno di una linea più intransigente e meno governista: un eventuale addio di Conte e dei moderati potrebbe riportare il M5s alle lotte delle origini, e questa svolta potrebbe portare a riconsiderare la propria scelta di lasciare molti fuoriusciti.

A ribadire il valore della posizione del garante rispetto alle mosse di Conte sui social c’è poi Giuseppe Brescia, deputato del Movimento e presidente della Commissione affari costituzionali, che ci tiene a «dire a Conte che solo insieme siamo più forti». 

Concorde anche il senatore piemontese Alberto Airola, che scrive «Oggi ascolteremo Conte. Ho già ripetuto che Beppe Grillo non ha bisogno di note e articoli da statuto di carta, lui è sempre l’anima del Movimento”.

Insomma, tutti gli eletti sono in attesa di Conte. Le sue parole, oltre che per il futuro del Movimento, saranno cruciali anche per sapere dove posizionarsi nella lotta interna, se dovesse davvero consumarsi lo strappo. 

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