Il governo dell’emergenza va avanti, la dichiarazione è arrivata durante la conferenza stampa per presentare il decreto contro il caro bollette. Il presidente del Consiglio Mario Draghi non cela il suo fastidio nel rispondere alle domande dei giornalisti. Alla sua “maggioranza litigiosa” (come disse l’ex segretario del Pd Nicola Zingaretti) ha dovuto ostendere ancora una volta Sergio Mattarella: «Ieri ho ricordato il mandato del governo, un governo creato dal presidente della Repubblica per affrontare certe emergenze e conseguire certi risultati, sono sicuro che riusciremo a raggiungere i risultati».

Lo scontro

Lo scontro c’è stato: «Conto sul parlamento e sulle forze politiche. Le cose che ho detto ieri le ho dette con massimo rispetto» e nonostante abbia assicurato che con i leader si confronta senza «uno sforzo particolare», ma questo non cambia il finale: «Se necessario rivedremo certe modalità di dialogo e confronto. Ma teniamo dritta la barra del timone». E a togliere ogni esitazione ci ha pensato il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti: «La politica è l'arte di rendere possibile ciò che è desiderabile. Il mio segretario esprime un desiderio e io cerco di interpretarlo e renderlo possibile in quella che è l'attività di governo».

La sortita di Draghi arriva dopo che in commissione Affari costituzionali alla Camera mercoledì notte sono state approvate ben quattro modifiche al decreto Milleproroghe su cui l’esecutivo di aveva espresso parere negativo. Giovedì, durante la cabina di regia per il decreto sui rincari dell’energia, la metà del tempo se ne è andata in chiarimenti.

Nell’altra metà, a quanto risulta a Domani, non sono arrivate informazioni precise su cosa avrebbe contenuto il nuovo decreto legge varato. Dopo un nuovo incontro venerdì mattina le misure sono state messe a punto. In conferenza stampa Draghi è tornato a portare avanti le necessità economiche, e soprattutto il nuovo intervento da 8 miliardi per energia e sostegni raggiunto senza lo scostamento di bilancio: «Margini sugli ottimi risultati descritti anche dal governatore della Banca d’Italia» ha rivendicato il presidente del Consiglio.

I ministri

Durante la conferenza stampa ogni ministro ha parlato della parte di competenza. Oltre a quello dell’Economia, Daniele Franco, al tavolo il ministro Giorgetti – che ha parlato degli interventi per il settore automotive – e il ministro della Transizione Roberto Cingolani, che ha presentato il piano per le trivelle. Draghi ha ammesso che nella sua maggioranza «ci sono diversità di opinioni» a partire dalla delega fiscale, ma «bisogna mantenere la barra dritta».

Il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, nonché capo delegazione per il Movimento 5 stelle, a La7 ha riassunto così: «Io da tanto tempo chiedo a Draghi una condivisione preventiva dei provvedimenti del governo perché ci mette in condizioni di difendere le scelte con i nostri gruppi parlamentari». Draghi – ha aggiunto – «era oggettivamente arrabbiato, ma dobbiamo ricordarci che siamo una Repubblica parlamentare e il parlamento non può solamente mettere la luce verde sui provvedimenti del governo».

Se la Lega canta vittoria per il metano e il settore auto, Pd e M5s hanno avuto dalla loro il secondo decreto varato oggi: quello contro le frodi del superbonus per l’efficientamento energetico. Le cessioni multiple del credito tornano quindi di nuovo possibili, ma con limiti e nuove sanzioni più dure per chi truffa lo stato, fino al carcere per i tecnici asseveratori. Sembra così superato il contendere dei giorni scorsi. Infine, è stata introdotta anche una norma a tutela del lavoro proposta dal ministro dem Andrea Orlando: i bonus saranno concessi solo a chi applica contratti collettivi nazionali di settore stipulati dalle organizzazioni più rappresentative.

La Russia

Sullo sfondo la crisi internazionale in Ucraina che prosegue indipendentemente dalle lotte interne sul fronte politico dell’Italia. Draghi si prepara ad andare a Mosca: «Il colloquio è stato chiesto da Putin», il presidente russo, ha specificato. Un discorso che si lega fortemente al rincaro dell’energia, visto che il metano è un’arma che il Cremlino può opporre all’Unione europea e soprattutto all’Italia, particolarmente dipendente: «L’Italia è pienamente allineata agli altri paesi dell’Unione, ma stiamo discutendo le sanzioni e stiamo proponendo il nostro punto di vista».

Per il nostro paese, le eventuali sanzioni devono essere concentrate su settori che non comprendano l’energia e proporzionate al tipo dell’attacco, e non devono essere preventive. Putin «ha accennato alla possibilità di aumentare le forniture di gas all’Italia, questo dipenderà anche dalle sanzioni. Rimane un impegno che bisogna valutare».

Il Covid

Su tutte resta l’emergenza Covid-19, che ha fatto nascere il governo e continua a farlo durare. «È mia intenzione uscire a breve con una roadmap specifica che ci porti al 31 marzo», la fine dello stato di emergenza. L'obiettivo infatti è quello di «eliminare ogni incertezze» per famiglie e imprese. Un passaggio che il premier definisce «importantissimo». Non si risparmia un’altra stoccata: «A guidare le decisioni saranno, come sempre accaduto, gli scienziati che «non sono dei politici che si sono inventati esperti». Nella road map entrerà, anche se gradualmente, una revisione del green pass.

E Draghi resta, ammesso che se ne sia mai voluto andare: «Avete visto che bravi ministri che ho? È un bellissimo governo», ha scherzato. Adesso verranno messi in campo nuovi provvedimenti: «Una stima dell'impatto del Covid sull'economia c'è e serve a calibrare i ristori nel quadro delle possibilità». Il presidente del Consiglio ha concluso: «Abbiamo tante cose in mente da fare, il compito non è finito».

© Riproduzione riservata