Italia

Così la vittoria del sì cambia il corpo e l’anima del parlamento

A view of the hemicycle inside Italy\\\\'s Lower Chamber Montecitorio Palace, in Rome, Wednesday, Sept. 16, 2020. Italians will vote in a national referendum next Sept. 20 and 21 to say if they want to reduce from 630 to 400 in the Chamber of Deputies and from 315 to 200 in the Senate the number of representatives. (AP Photo/Andrew Medichini)
A view of the hemicycle inside Italy\'s Lower Chamber Montecitorio Palace, in Rome, Wednesday, Sept. 16, 2020. Italians will vote in a national referendum next Sept. 20 and 21 to say if they want to reduce from 630 to 400 in the Chamber of Deputies and from 315 to 200 in the Senate the number of representatives. (AP Photo/Andrew Medichini)

Con la riduzione dei parlamentari da 945 a 600, le due camere dovranno adeguare il loro funzionamento, modificare i regolamenti interni e la legge elettorale. Con un occhio all’elezione del Capo dello stato

  • Con la vittoria del Sì, va corretta la legge elettorale. A legge invariata, il governo deve emanare entro 60 giorni un decreto legislativo che ridisegna i collegi, mantenendo le proporzioni tra uninominali e plurinominali.
  • Se il presidente della Repubblica viene eletto dall’attuale parlamento, non cambierà nulla. Se invece lo eleggerà un parlamento ridimensionato, sorge il problema del “peso” dei delegati regionali.
  • Vanno modificati anche i regolamenti di Camera e Senato, nella parte in cui prevedono quorum indicati in numeri assoluti e non in percentuali. Va rivista anche la composizione dei gruppi e delle commissioni permanenti.

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