- L’ottava campagna elettorale di Berlusconi segna una differenza rispetto alle altre: l’ultima fase della sua parabola politica è una ripetizione di cose collaudate ma già viste e sentite, senza più riferimenti alla realtà di oggi.
- Il programma del centrodestra è una lista dei sogni senza nemmeno una minima analisi di compatibilità economica e con passaggi inquietanti su presidenzialismo e Pnrr.
- In questo contesto si colloca l’attacco al Quirinale, l’argine non solo simbolico ad ogni deriva populista, ad ogni bancarotta incipiente, ad ogni strappo con l’Europa. Per sette campagne elettorali, Berlusconi era stato attento a questi equilibri. Questa volta è diverso.
Questa volta è diverso. L’ottava campagna elettorale consecutiva di Silvio Berlusconi ha qualcosa di malinconico e insieme di drammatico. Se è vero, com’è vero, che anche in politica la sindrome psicologica più diffusa è la coazione a ripetere, nel fondatore e leader di Forza Italia, questo automatismo a 86 anni, età che raggiungerà fatalmente 4 giorni dopo il voto, sembra dominare la scena. Il risultato è che la sua proposta al paese appare come un’enorme operazione nostalgia. La cartello



