Quando la prossima settimana si voterà in aula al Senato la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza e, contestualmente, lo scostamento di bilancio che vale 23 milioni di deficit, la maggioranza rischierà. Non è un voto come gli altri. Dopo l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione (con legge costituzionale nel 2012) il nuovo articolo 81 prevede che «il ricorso all'indebitamento» può essere consentito dalle camere solo con un voto «a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti». La maggioranza dei componenti del Senato è 161. A ieri gli sherpa della maggioranza facevano e rifacevano i conti. I numeri sicuri allo stato sono 158.

La pandemia

Sulla carta, ancora sulla carta, le opposizioni non sono ostili al provvedimento. In questa legislatura le opposizioni per due volte hanno votato con la maggioranza, e la terza si sono astenute. Stavolta però il fattore Covid-19 e i parlamentari in quarantena rischiano di mettere a rischio la maggioranza. Perché attualmente la situazione a palazzo Madama non è grave come quella della Camera, dove i diversi contagiati hanno causato talmente tante assenze per quarantena che martedì scorso non si è raggiunto per due volte consecutive il numero legale, ma la questione si pone.

A Montecitorio il problema è stato risolto considerando i deputati in quarantena in missione, un tecnicismo che permette di non conteggiarli ai fini del voto. Al Senato si spera dunque di non replicare così la figuraccia della maggioranza, che non si è conteggiata per tempo e ha dovuto subire i dileggi delle opposizioni. Nonostante il precedente e l’apprensione del ministro per i Rapporti col parlamento Federico D’Incà, per ora però ufficio di presidenza, collegio dei questori e capigruppo, non hanno preso iniziative per organizzare piani B o procedure straordinarie da mettere in campo in caso la situazione si aggravi.

Il calendario

Eppure, a lavorare sulla Nadef si inizierà già lunedì in Commissione bilancio con l’audizione di tutti gli organismi tecnici che sono tradizionalmente chiamati a esprimersi su queste questioni. Martedì invece arriverà dalle Commissioni finanze e politiche dell’Unione europea la risoluzione sul Recovery fund, una sintesi finale arricchita dai pareri delle altre commissioni che raccomanderà in che termini approfondire le linee guida già stese sul governo: numerose occasioni in cui i parlamentari si incroceranno, e non è da escludere che seppure attualmente i positivi al Covid-19 siano soltanto tre del Movimento cinque stelle, Francesco Mollame, Marco Croatti e Cristiano Anastasi, il numero dei «quarantenati», ad oggi cinque, aumenti.

Intanto oggi si sono riuniti i leader della coalizione di Centrodestra, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani, ufficialmente per «individuare entro l’autunno i migliori candidati per le prossime elezioni amministrative», ma non è da escludere che si sia posta la questione di come sfruttare al meglio la situazione di incertezza che si sta creando intorno al voto di mercoledì.

Il centrodestra

Un’occasione ghiotta: e infatti a ieri Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia erano compatti sul no. «Il governo è preoccupato per le assenze forzate nella maggioranza» ragiona la capogruppo azzurra Anna Maria Bernini, «Non è un problema nostro: la Nadef infatti non è uno scostamento di bilancio per affrontare l’emergenza: è un atto marcatamente politico che quest'anno il governo ha peraltro infarcito di ben 22 leggi delega per marginalizzare il parlamento. Forza Italia da mesi chiede un dialogo sempre negato, è molto critica sulla linea economica delle sinistre, ma ha sempre detto di essere disponibile a votare il Mes. Non mi risulta però che la Nadef preveda l'attivazione di quelle risorse». I forzisti chiedevano un gesto di dialogo sulle linee generali del Recovery Fund che il governo presenterà il 15 ottobre a Bruxelles. «Niente, spiegano, neanche su temi come la cultura», spiegano e ributtano la palla sul campo della maggioranza. «Non c'è nessun problema politico nella maggioranza, i numeri ci sono alla Camera e al Senato. C'è un problema di coronavirus, anche il parlamentare va in quarantena ed è un problema importante per la stabilità del nostro Paese, si rischia una paralisi. Con 14 persone con i sintomi si rischia di mettere in quarantena tutto il Parlamento». Con la consapevolezza che «la maggioranza è salda all’interno del Senato», come dice a Rainews il questore Antonio De Poli, aggiungendo però che «sicuramente la minoranza avrà quell’attenzione necessaria su un provvedimento così importante».

Risorsa Misto

Mentre però Conte ha ammesso che «se la situazione dei contagi dovesse aumentare è chiaro che ci sarebbe un problema oggettivo per l’approvazione dei documenti contabili», per il momento al Senato la maggioranza fa affidamento sul gruppo misto. Lì oltre al sì della componente di Leu e di quella degli ex Cinque stelle, dovrebbe trovare l’ascolto dell’area di Giovanni Toti (in grandissimo movimento in queste ore ai danni di Forza Italia): Gaetano Quagliariello, Paolo Romani e Massimo Vittorio Berruti. E di Sandra Mastella. Intanto Gianluca Perilli, capogruppo Cinque stelle, viene descritto eternamente al telefono preoccupatissimo per la salute dei colleghi.

Intanto, dalla Camera Emanuele Fiano fa un appello alla «responsabilità delle opposizioni», esprimendo, dopo la capigruppo in cui si è deciso di spostare a lunedì il voto di fiducia e non procedere oggi col voto di fiducia sul Dl Agosto, la speranza che la settimana prossima ci siano meno problemi sui numeri. Una soluzione che ha accontentato tutte le parti: «L'opposizione è stata d'accordo nel prendere questa decisione, non ha posto problemi», dice Fiano.

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