Cosa succederà dopo il 31 dicembre, quando dovrebbe terminare lo stato di emergenza? Se lo chiedono ormai in molti, soprattutto lavoratori, che aspettano di capire cosa ne sarà delle misure e delle tutele legate al Covid prossime a terminare, mentre continuano a crescere contagi e ricoveri. Il primo a porsi la fatidica domanda è il commissario all’Emergenza Francesco Paolo Figliuolo, che da decreto scadrà proprio la vigilia di Capodanno.

Sul rinnovo del generale dell’esercito tuttavia non ci sono molti dubbi, dalla struttura commissariale si dicono certi che non ci saranno problemi, vedremo la piuma del suo cappello da alpino svettare davanti agli hub vaccinali ancora nel 2022. Il decreto di nomina varato dal governo Conte II riporta in calce ben cinque rinnovi per la figura. Presto arriverà la sesta.

Sulle altre scadenze i lavori sono ancora in corso, e i rinnovi non saranno scontati, anche perché il governo sta puntando sul progredire della campagna vaccinale per ridimensionare le misure di sostegno. Variante Omicron permettendo.

Il commissario Francesco Paolo Figliuolo (Marco Alpozzi/LaPresse)

Rifinanziati gli ammortizzatori

Attualmente, alcuni lavoratori e imprese, in particolare del settore tessile, usufruiscono della cassa integrazione Covid. Giovedì notte è arrivata l’approvazione dell’emendamento al decreto fiscale che rende possibile presentare le domande di ammortizzatori emergenziali scadute in settembre entro il 31 dicembre 2021.

Nella legge di Bilancio si legge che dal primo gennaio partirà la riforma degli ammortizzatori, a cui avranno accesso anche i lavoratori a domicilio, apprendisti e micro imprese con meno di cinque dipendenti. E una parte dei cassintegrati si vedrà aumentare l’assegno. Per la riforma «abbiamo chiesto una fase transitoria, visto che al primo gennaio non ci sarà la circolare esplicativa dell’Inps», spiega Tania Scacchetti della Cgil.

Nei prossimi giorni potrebbe esserci una nuova interlocuzione con il ministero del Lavoro. «Cercheremo il modo di non lasciare soli i lavoratori. Ci sono tanti settori che hanno difficoltà, dall’editoria ai servizi», dice il capogruppo del Pd in commissione Bilancio al Senato, Daniele Manca.

Congedo parentale

Oltre alla cassa integrazione, i lavoratori si chiedono se sarà portato avanti il congedo parentale Covid, che scade sempre a fine anno.

Questo tipo di misura attualmente permette ai lavoratori dipendenti pubblici e privati, alternativamente tra loro (non negli stessi giorni), di stare a casa per assistere i figli conviventi minori di anni 14 o con disabilità grave.

Una misura pensata per chi non può lavorare in smartworking, come ad esempio gli operai metalmeccanici, che già a marzo scorso avevano chiesto con forza che venissero ripristinati i congedi. L’assenza giustificata è indennizzata al 50 per cento della retribuzione.

Proprio gli operai della Fiom, il sindacato di settore, ricordano che c’è un’altra misura che sta per finire: «Le tutele per i lavoratori fragili», dice Mirco Rota. Il periodo di assenza dal lavoro attualmente è equiparato al ricovero ospedaliero con l’erogazione della prestazione economica e la contribuzione figurativa. A loro inoltre viene garantita la possibilità di lavorare in modalità agile, anche con diversa mansione o lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale. L’Inps, il braccio operativo delle decisioni del governo, aspetta di conoscere le nuove disposizioni.

L’agitazione nelle scuole

Se i genitori sono preoccupati, anche le scuole non vivono serenamente. L’organico del personale Ata è stato ampliato per far fronte alla pandemia: si tratta di circa 30 mila assunti tra segreteria e collaboratori scolastici (soprattutto collaboratori) che hanno i contratti fino al 30 dicembre.

Attilio Varengo, responsabile Cisl Scuola si aspetta un intervento: «La legge di bilancio prevede solo la proroga per il personale docente», che fa parte del cosiddetto organico Covid. «Questo ci inquieta in questa situazione pandemica in peggioramento. Stiamo sollecitando le forze politiche alla modifica, pare che ci sia la convergenza delle forze di maggioranza. Ora bisogna andare a trovare i fondi» 200 milioni.

A questi temi va aggiunto il capitolo del green pass. Come spiegato su Domani la certificazione verde in ambito lavorativo è prevista fino al termine di cessazione dello stato di emergenza.

L’ultimo decreto del governo che ha introdotto il super green pass , quello per vaccinati e guariti che non verrà più rilasciato solo con tampone negativo e che entrerà in vigore il 6 dicembre, va oltre quel limite temporale: da un lato, l’uso della certificazione è disposto almeno fino al 15 gennaio, dall’altro, non contiene alcun riferimento allo stato di emergenza.

Il discorso della proroga per i lavoratori andrà affrontato assieme all’ipotesi di estensione di obbligo vaccinale per i docenti. Il certificato verde, ribadiscono dal ministero della Salute, è strettamente correlato allo stato d’emergenza. La decisione sarà presa a ridosso di quella sulla proroga.

I giochi

Mentre si parla di tutele e contratti, c’è un altro settore sta aspettando il responso: quello dei giochi. Le new slot e le videolottery, le scommesse sportive e quelle ippiche, le cui concessioni sarebbero scadute a dicembre, hanno già ottenuto una proroga a marzo 2022. Gilberto Pichetto Fratin, sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, nel corso di un’audizione in commissione parlamentare d’inchiesta sul gioco illegale, il 2 dicembre ha detto che bisognerà «intervenire in maniera definitiva. La proroga prevista a marzo lascia un orizzonte temporale troppo limitato agli operatori del settore».

Il governo, con il sottosegretario all’Economia Federico Freni, ha promesso una riforma complessiva del settore con l’obiettivo di rimettere a gara le concessioni e ridurre i punti scommessa. Il mezzo con cui interverrà sarà probabilmente un disegno di legge delega. Le nuove gare, che potrebbero partire nel 2023, riguardano più in generale scommesse, corner, sale bingo, sale vlt, ricevitorie del Lotto, ricevitorie dei giochi numerici, bar e tabacchi in cui sono collocate le Awp e che vendono gratta&vinci.

Le milleproroghe

In questi giorni si comincia a parlare di decreto Milleproroghe. Il solito provvedimento normativo dove entra un po’ di tutto che deve essere varato prima dello scadere dell’anno. Riguardo l’emergenza Covid infatti sta per scadere anche la possibilità di svolgere le assemblee societarie online.

Sul fronte Università invece si tratta di proroghe per la validità dei titoli per il conseguimento dei requisiti necessari alla partecipazione agli esami di Stato di abilitazione. Ogni caso andrà studiato a sé, e il ministero dell’Università sta raccogliendo le proposte per il maxi decreto. Prima di quello però il governo si occuperà di chiudere i lavori sulla manovra attualmente all’esame del Senato.

Lo stato di emergenza

Su tutte resta la questione dello stato di emergenza, e la decisione finale spetta a Mario Draghi. Il termine è fissato il 31 dicembre. Per legge non si può andare oltre il 31 di gennaio, due anni da quando è stato istituito.

La ministra per gli Affari regionali, Maria Stella Gelmini, già a novembre ha anticipato la possibilità di una proroga, senza specificare la durata, adesso che si avvicina il termine, dal ministero non si sbilanciano. Il periodo di Natale, fanno sapere, porterà consiglio.

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