Quando arriverà il giorno della fiducia a Mario Draghi, il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia sarà l’unico ufficialmente all’opposizione: una posizione che lo metterebbe in pole position per andare a occupare in parlamento i ruoli di garanzia, che spettano per diritto o per prassi a chi occupa le poltrone che non stanno dalla parte del governo. Le presidenze più ambite sono quelle del Copasir alla Vigilanza Rai, ma per averle Meloni dovrà dare una spallata alla Lega di Matteo Salvini e agli azzurri di Silvio Berlusconi, ufficialmente suoi alleati.

Per prassi o per diritto

La partita è complicata e partirà solo una volta che sarà stata votata la fiducia a Mario Draghi. Le presidenze in ballo in realtà potrebbero essere di più: ci sono anche quelle della giunta per le elezioni e le immunità alla Camera e al Senato. Quella di vigilanza sulla Cdp, contrariamente a quanto si vociferava all’inizio, è a sè stante ed è un’eccezione il fatto che la presidenza sia stata affidata a Forza Italia e non a un membro della maggioranza.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida, ha detto nei giorni scorsi: «Premesso che le poltrone non c'interessano, rivendichiamo quel che per legge e regolamento ci spettano. La democrazia è fatta di pesi e contrappesi».

Raggiungere le presidenze di commissioni chiave è sempre un problema legato anche al grado di consenso che ciascun parlamentare riesce a raggiungere tra tutti i partiti. Le sfumature del regolamento potrebbero fare la differenza. Per il Copasir la presidenza all’opposizione è obbligatoria, per la vigilanza Rai è prassi. Il Copasir attualmente è presieduto dall’onorevole leghista Raffaele Volpi, parlamentare che nel governo giallo verde è stato anche sottosegretario alla Difesa. Il suo naturale sostituto sarebbe Adolfo Urso, attuale vicepresidente della commissione e politico esperto dei giochi di palazzo. Dopo aver militato nel Movimento sociale italiano, è stato tra i fondatori di Alleanza nazionale, quindi è diventato per due volte viceministro nei governi Berlusconi. Nel 2015 è approdato a Fratelli d’Italia e da allora ha sempre avuto un ruolo di peso, interrogato da Domani se sia pronto a occupare il ruolo di presidente preferisce non commentare.

La commissione di vigilanza Rai attualmente è presieduta dal senatore Alberto Barachini, ex giornalista del Tirreno e del gruppo Mediaset. Per questa il nome che emerge è quello di un’altra esponente di punta di FdI: la senatrice Daniela Santanché. Dalla sua porta avanti l’esperienza nella comunicazione e nell’editoria: è editrice di Novella 2000. Politica di lungo corso sarebbe pronta a sfruttare la prassi. Anche se FdI riuscisse a rivendicare la presidenza, si aggiungerebbe un’altra prassi: l’alternanza della presidenza alla Camera o al Senato.  A questo punto i parlamentari dovrebbero decidere se ragionare in un’ottica di legislatura oppure di presidenza, in questo secondo caso sarebbe avvantaggiato Federico Mollicone, deputato del partito della Meloni che come la collega siede in commissione e ha un passato da comunicatore.

Infine le giunte. Le giunte delle Elezioni e delle Autorizzazioni alla Camera, e quella che al Senato riunisce le competenze di entrambe, la giunta per le Elezioni e l’immunità parlamentare, vedono una situazione già variegata.

Roberto Giachetti di Italia Viva, che era in maggioranza, è presidente della giunta delle Elezioni, Andrea Delmastro Delle Vedove, di Fratelli d’Italia, è già presidente della giunta per le Autorizzazioni. Al Senato è presidente il forzista Maurizio Gasparri. Anche queste commissioni vengono affidate all’opposizione per prassi, e, come dimostra Giachetti, non è detto che questo diritto venga rivendicato.

La Cdp resta a Berlusconi

Inizialmente si diceva che per la commissione di vigilanza sulla Cdp ci sarebbe stata la stessa alternanza: il presidente è attualmente Sestino Giacomoni, uomo di Forza Italia molto vicino a Silvio Berlusconi. La dottoressa Paola Saliani, Capo della segreteria tecnica della presidenza però spiega: «Questa è una commissione speciale, ma non vige la regola dell’alternanza, anzi, di solito viene affidata alla maggioranza. In questo caso è stata un’eccezione l’elezione di Giacomoni: il rinnovo della presidenza si è avuto solo dopo un anno di stallo, e con il voto segreto è stato eletto l’esponente di Forza Italia». La commissione non è una bicamerale classica, in quanto ci sono anche quattro giudici oltre a quattro deputati e quattro senatori. Attualmente, in questa commissione Fratelli d’Italia non esprime nessun parlamentare. 

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