L’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema analizza lo scenario politico attuale e le risposte del governo alla pandemia in un’intervista rilasciata il Corriere.

Secondo D’Alema, il ministro della Salute, Roberto Speranza «ha gestito bene una crisi difficile, drammatica e inaspettata, che ha messo in difficoltà tutto il mondo». Nel suo operato «è stato scrupoloso, attento principalmente all’obiettivo di mettere in sicurezza le vite umane, ha collaborato con la comunità scientifica». Forse per questo motivo «è finito nel mirino di quelli che evidentemente, se fossero stati al governo, avrebbero usato il metodo di Bolsonaro, con i risultati che purtroppo per il popolo brasiliano sono sotto gli occhi del mondo» dice D’Alema. «Mi lasci dire che l’aggressione a Speranza ha molto a che fare con una certa cultura di destra, rozza e squadristica, che comprende l’insulto e gli attacchi fino a innescare minacce personali» aggiunge l’ex esponente del Partito Comunista italiano.

Secondo D’Alema, sia Conte sia Draghi hanno difeso l’operato del ministro Speranza, ma resta preoccupato «per la spinta di una destra becera di cui la campagna contro il ministro è una spia evidente, che rischia di logorare rapidamente l’azione del governo Draghi, vittima di continui contrasti».

Tuttavia da questi primi due mesi si può trarre un piccolo bilancio sull’operato dell’attuale governo. «Il vero problema di Draghi – spiega D’Alema – è stata la campagna di opinione contro i partiti e contro il parlamento che ha esaltato la funzione salvifica del grande tecnico, anche con l’obiettivo di denigrare il governo precedente e il presidente Conte. In questo modo si sono create aspettative che non potevano che essere deluse, anche perché nessun tecnico può cancellare le differenze politiche delle forze che sostengono questo governo. Draghi di questo non ha alcuna colpa; capisco la difficoltà del suo lavoro quotidiano e ha la mia viva solidarietà per il compito gravoso che gli è toccato».

Oggi il Partito democratico è rappresentato da un nuovo segretario, che non viene mai menzionato nell’intervista. Tuttavia, per D’Alema, «la rifondazione della sinistra deve ripartire dal lavoro, dall’attenzione alle diseguaglianze prodotte dallo sviluppo di questi anni e che la che la pandemia ha aggravato, dalla sofferenza sociale che cresce in tante parti del paese. Tutto questo richiede una risposta forte e non solo congiunturale. Guardiamo alla massiccia azione di investimenti pubblici inaugurata da Biden negli Stati Uniti, che sarà ripagata col debito ma anche con un significativo aumento delle tasse ai ricchi. Qui da noi avrebbero preso l’inquilino della Casa bianca per un pericoloso sovversivo, per un incallito statalista».

D’Alema precisa anche la sua posizione riguardo le recenti ricostruzioni giornalistiche, secondo le quali avrebbe avuto alcuni interessi diretti o indiretti nella diffusione di ventilatori cinesi durante la prima fase della pandemia. «Nel momento più drammatico della pandemia – dice – in virtù delle mie buone relazioni internazionali coi cinesi, mi è stato chiesto di dare una mano a recuperare dei ventilatori. Il problema era che lo Stato italiano poteva pagare alla consegna mentre i cinesi chiedevano che si saldasse al momento dell’ordine. Un’associazione internazionale, di cui faccio parte, si fece carico di comprare questi ventilatori per conto del governo italiano, anticipando di fatto i soldi». E aggiunge che le modalità d’acquisto sono consultabili sul sito della Protezione civile in maniera trasparente.

© Riproduzione riservata