Criticato all’inizio della guerra per l’attendismo che ha lasciato spazio a Macron e Scholz, il premier ha capitalizzato la sua prudenza strategica trasformandosi, al momento giusto, in portavoce della cordata per l’Ucraina nell’Ue e garante del processo di dialogo
- L’Italia si candida, a ricoprire un ruolo di garanzia per far sì che ci siano dei passi avanti nel processo del dialogo. Un atteggiamento apprezzato dal presidente ucraino.
-
La partita a livello europeo sembrava saldamente in mano alla Germania, per la preminenza stessa del paese e della sua economia, e alla Francia per via del suo ruolo di paese membro permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu con diritto di veto e per la dotazione nucleare (force de frappe) del suo esercito. Eppure il destino riservava delle sorprese.
-
Il discorso di Biden a Varsavia, come ha scritto Nadia Urbinati su questo giornale, rappresenta l’occasione per l’Unione europea “di farsi velocemente adulta e capace di protagonismo e di governo del e nel suo interesse”. Qui sta la prontezza dell’ex banchiere centrale Draghi che ha saputo cogliere l’occasione giusta, il momento corretto.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi sta riscuotendo un pesante dividendo sulla crisi ucraina dopo il silenzio e la posizione defilata assunta nelle prime fasi del conflitto. Come è maturata questa svolta che dà all’Italia un raro riconoscimento di affidabilità in politica internazionale? Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha aperto alla possibilità di considerare l’Ucraina territorio neutrale come l’Austria, che è una delle richieste di Mosca, e ha incassato la piena disponibilit



