La commissione Bilancio della Camera martedì ha stabilito i relatori del disegno di legge di Bilancio: sono stati nominati gli onorevoli Maria Luisa Faro e Stefano Fassina. Lo  ha comunicato Fabio Melilli (Pd),  presidente della Commissione. Sfuma così l’ipotesi di un doppio relatore che includesse anche un esponente dell’opposizione, nei fatti di Forza Italia.

Il presidente della Camera Roberto Fico aveva auspicato nei giorni scorsi la creazione di una “supercapigruppo” che mettesse insieme i capi gruppo di maggioranza e opposizione sia di Camera che Senato, ma ancora non è arrivata nessuna risposta, intanto il calendario della Manovra continua ad essere sempre più breve. Sono terminate le audizioni sul testo e sono previste interlocuzioni con il governo per capire quale strada prendere. I lavori si intrecceranno con il cosiddetto “decreto ristori quater” per gli aiuti alle imprese che hanno dovuto chiudere per le misure anti-Covid-19. In questo caso il decreto legge è atteso al Senato dopo che il governo lo avrà definito. Gli scambi tra maggioranza e opposizione coinvolgeranno per forza di cose entrambi i testi.

Ipotesi di calendario

Il Senato non potrà fare nulla sulla legge di Bilancio. L’ipotesi di calendario interno del disegno di legge attualmente al vaglio della Camera prevedrebbe la scadenza della presentazione degli emendamenti in commissione fissata per il 28 novembre, quindi qualche giorno per stabilire quali saranno inammissibili, forse fino al 3 dicembre. In questo modo le votazioni – per cui dovrà essere intanto elaborato il parere del governo – partirebbero mercoledì 9. Tra avvio del voto e mandato al relatore, si spera che i tempi si mantengano abbastanza ristretti per un approdo in Aula il 20.

Se sarà o no questo il calendario reale è difficile da dire. Quel che è certo è che sarà comunque troppo tardi perché il testo venga chiuso dalla Camera in tempo per permettere al Senato di procedere con una seconda lettura che modifichi il testo. Se il Senato approvasse emendamenti, il testo dovrebbe tornare indietro alla Camera. Palazzo Madama invece dovrà prendere quello che è stato fatto e dire sì. La legge infatti deve essere approvata entro il 31 dicembre.

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