La settimana prossima il Senato deciderà se portare direttamente in Aula il disegno di Legge Zan, se la maggioranza sarà d’accordo, (come così risulta fino a ora). Dopo il parlamento si confronterà con con gli emendamenti e il numero dei parlamentari a favore o contro. Italia viva ha presentato delle proposte di modifica.

Oggi è arrivato l’intervento di un membro del governo: il sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova (PiùEuropa). In un tweet ha scritto: «Lo dico agli amici di Italia Viva: non si distinguerà tra chi ha proposto modifiche e chi vuole affossarlo. Sarà tutto travolto dall’aver fatto sponda a chi è contro la legge Zan nel nome degli amici Orban, Salvini e Meloni».

La Lega persevera

Matteo Salvini continua a portare avanti le critiche al testo adducendo un’ipotetica “teoria gender”: «Dico no alle teorie gender ai bambini di 6 anni e no a genitore 1 e genitore 2, per me ci sono sempre stati, ci sono e ci saranno solo mamma e papà» ha detto a Brindisi, in occasione della raccolta delle firme per il referendum in tema di giustizia: «Per quello che mi riguarda, la famiglia non si tocca», ha concluso Salvini.

I sindaci del Pd e il segretario di

«#leggezan emendarla ora significa affossarla. E dire, che poi Draghi dovrebbe mettere la fiducia, o è un insulto all’intelligenza politica. Cari amici di Italia Viva ritirate emendamenti, non fate favore alle destre e approvate una legge di civiltà, come è stato con unioni civili» ha scritto su Twitter Matteo Ricci, coordinatore dei sindaci Pd.

Il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni (deputato) ha pubblicato un video messaggio per chiedere che sia approvato così com’è.

Faraone (Iv) cita monsignor Paglia

Italia viva ormai a messo in discussione tutto. Il capogruppo Davide Faraone, intervenendo con un post sull’Huffington Post ha ricordato che i numeri sono a rischio. «La legge va fatta, è urgente, ma non le va affidata una finalità pedagogica. Proprio perché deve colpire gli abusi, i crimini, le prevaricazioni, deve essere scritta bene e non dare adito ad alcun dubbio interpretativo. Questo il compito che dobbiamo affidare alla legge. Punto», ma ha aggiunto: «Ho il dubbio che questo concetto non sia condiviso da alcuni promotori, che in buona fede pensano che al testo si debba affidare invece una finalità propagandistica, ciò che normalmente si affida ad un manifesto, non ad un articolato normativo da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica».

Posizione che negli scorsi giorni aveva manifestato anche monsignor Vincenzo Paglia intervenendo nel corso del dibattito tra chiesa e stato sulla «Il ddl pare più come un “manifesto” che come una legge. Va corretto», ha detto ancora una volta a Famiglia Cristiana pochi giorni fa.

Faraone, dopo la reazione di Pd, M5s e LeU, ha ricordato che i voti sono segreti: «Questo intento propagandistico oltre che in un testo confuso ed inefficace può sfociare anche in un metodo poco produttivo che spinga a trovare molta più soddisfazione nel “battersi fino alla morte”, anche se poi la legge non passa sotto i colpi dei voti segreti in Senato, che nell’approvare la legge stessa. Pensiamo a chi ogni giorno subisce discriminazioni, non a chi deve fare le rivoluzioni “muscoli e like”».

Il senatore si è appellato alla posizione del sottosegretario Ivan Scalfarotto: «Il ddl Zan così com’è difficilmente diventerà legge dello stato, se modificato come indicato da Scalfarotto e dallo stesso Zan nel testo presentato alla camera il 4 luglio 2018, si. Vogliamo allargare i diritti o accontentarci di una bandierina? Io non ho dubbi su cosa fare», conclude Faraone.

M5s: «Iv ha deciso di affossarlo»

«Quanto sta facendo Italia Viva appare semplicemente come un bieco tentativo di dare una sponda alla destra e fare in modo che questa legge - fondamentale - non veda proprio la luce. Come MoVimento 5 Stelle non lo permetteremo, la legge contro l’omotransfobia non può più aspettare. Italia Viva dica se sta con la comunità Lgbti o se la sta usando per tornaconto politico. Perché tutto indica questa seconda ipotesi», sottolineano dal movimento.

L’intervento del capogruppo

Il capogruppo alla Camera – dove il testo è già stato approvato –Davide Crippa, è intervenuto personalmente con un comunicato: «Il tentativo di Italia viva di affossare il ddl Zan è solo un favore alle destre sulla pelle delle persone». Adesso «approvare il ddl Zan –aggiunge- è un segno di civiltà, significa rispetto per tutte quelle persone che, quotidianamente, vivono sulla loro pelle violenze e discriminazioni. Risultano davvero incomprensibili le posizioni di Italia viva, in ballo ci sono diritti civili, uguali per tutte e tutti. Per questo bisogna arrivare quanto prima al voto in Aula».

Approvarlo, ha detto la senatrice di Italia viva Alessandra Maiorino, dipende dai numeri: «Se Faraone avesse la compiacenza di garantire i voti del suo gruppo mantenendo la parola data, e come abbiamo fatto noi del M5S e il PD, problemi di numeri in aula non ce ne saranno».

Il primo a dire che il ddl Zan non ha i numeri nei giorni scorsi è stato il deputato di Italia viva Marco Di Maio.

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