Un nuovo capitolo nella saga del disegno di legge Zan: Partito democratico, Movimento 5 stelle, Liberi e Uguali e anche il gruppo per le Autonomie, hanno scritto alla presidente del Senato Elisabetta Casellati per chiedere che intervenga contro l’ostruzionismo della Lega, portato avanti dal relatore e presidente della commissione Giustizia, Andrea Ostellari.

Ieri gruppi hanno scoperto che Ostellari ha deciso di convocare 170 soggetti, dal presidente della Calabria Nino Spirlì alle associazioni cattoliche, un’operazione che rallenterebbe l’esame di due o tre mesi: «A conferma della volontà ostruzionistica del Presidente Ostellari, si segnala che il medesimo ha ammesso la richiesta di ben 210 audizioni, diminuite poi a 170, e che, nonostante le reiterate richieste dei senatori di diversi gruppi parlamentari di rendere noto in seduta l'elenco degli audendi per procedere ad una selezione consensuale - come solitamente avviene in questi casi - abbia tenuto "segreto" l'elenco per circa 10 giorni fino alla seduta del 25 maggio 2021». Questo, ricordano, dopo essersi autonominato relatore e dopo aver deciso di abbinare il disegno di legge a una proposta ben meno incisiva di Lega e Forza Italia sul tema della violenza di genere.

«Per tutti i motivi esposti, qualora il Presidente Ostellari continuasse ad adottare comportamenti palesemente ostruzionistici e pretestuosi, impedendo alla Commissione l'esame del disegno di legge in oggetto e non riducendo a una settimana la durata delle audizioni, nonché la conclusione dello stesso affinché il provvedimento possa essere esaminato dall'Assemblea nella prima settimana di luglio, Le preannunciamo che ci troveremo costretti a chiedere la convocazione di una Conferenza dei Capigruppo che abbia ad oggetto la calendarizzazione del disegno di legge n. 2005», ovvero il ddl Zan. I quattro capigruppo firmatari, Simona Malpezzi (Pd), Ettore Licheri (M5s), Loredana De Petris (LeU) e Julia Unterberger (Autonomie) hanno concluso: «Per la stima che nutriamo nei suoi confronti, confidiamo che adotterà tutte le iniziative necessarie a consentire il corretto svolgimento dei lavori della commissione, nel rispetto del regolamento del Senato, delle prerogative dei parlamentari e della correttezza istituzionale». Italia viva continua a tacere. La settimana scorsa il capogruppo Davide Faraone aveva chiesto «un tavolo politico»: «Ci sono diverse posizioni su cui è necessario provare a fare sintesi invece che procedere con la dannosa dinamica del derby che non porta da nessuna parte» ha scritto in una lettera indirizzata a tutti i capigruppo per chiedere un tavolo politico sul ddl Zan.

Pillon

La Lega però non sembra pronta a trattare. Nel pomeriggio, il senatore Simone Pillon ha deciso di pubblicare un post polemico ridicolizzando il disegno di legge. Schierato contro le istanze femministe e “l’ideologia gender” ha preso di mira  l’università di Bari, che ha deciso di scontare il costo dell’iscrizione nei corsi di laura dove la presenza femminile è più bassa: «Far iscrivere ragazze a corsi di laurea tipicamente frequentati in prevalenza dai ragazzi», per lui «è naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche, tipo ingegneria mineraria per esempio, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione per materie legate all'accudimento, come per esempio ostetricia». Questo però, prosegue «non sta bene ai cultori del Gender, secondo i quali ci DEVONO essere il 50 per cento di donne nelle miniere e il 50 per cento di uomini a fare puericultura».

Ovviamente, ha ammesso, «ognuno è libero» e per lui «ci sono le sacrosante eccezioni, ma è naturale che le ragazze siano portate verso alcune professioni e i ragazzi verso altre. Imporre ai maschi di pagare più delle femmine per orientare la libera scelta di un percorso universitario è un modo di fare ideologico, finalizzato a manipolare le persone e la società».

Addirittura una situazione che andrebbe a cozzare con il disegno di legge Zan qualora venisse approvato: «La cosa divertente è che proprio sulla base della stessa ideologia Gender, orgogliosamente propugnata dal DDL Zan, agli studenti maschi basterà autopercepirsi come femmine per i pochi minuti necessari all'atto dell'iscrizione per poter beneficiare legalmente dello sconto… Già Manzoni insegnava che più le regole sono idiote, più è facile aggirarle… P. S. Chissà cosa ne pensa il ministro... Proverò a chiederglielo».

Al post è seguito un acceso dibattito online. Il commento più comune sui social network, tra politici e no, è stato: «Medioevo».

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