- Guidati da Marcucci, aPalazzo Madama sono una manciata i senatori Pd che contestano il leader sul fallimento della legge contro l’omofobia e la transfobia. Ma l’incognita vera è quanti saranno quelli che sul voto del Colle non seguiranno le indicazioni Pd.
- Base riformista si divide. La presidente dei senatori Simona Malpezzi viene «rifiduciata» dopo le critiche sulla gestione del gruppo.
- «La battaglia è stata combattuta bene», per Cirinnà, madre delle unioni civili, «il Pd ha rafforzato la sua identità, costruendo consenso all’interno e all’esterno grazie all’interlocuzione costante con il movimento Lgbtq+».
«Il gruppo è unito», «compatto in vista dei prossimi impegni». Alla fine dell’assemblea convocata all’alba e a porte blindate, sbarrate anche ai collaboratori e ai funzionari nell’ingenua speranza che gli acuti restino custoditi dentro la sala Zuccari, la maggioranza dei senatori del Pd la racconta come la storia dei musicanti che vanno a suonare e finiscono suonati. Tradotto: la riunione («tardiva» secondo Valeria Fedeli, una delle più scettiche sul ddl Zan e sulla tattica scelta per portarl



