Il tono del renziano Davide Faraone è sarcastico ieri pomeriggio quando al senato, a conferenza dei capigruppo ancora in corso, annuncia con enfasi: «Da oggi i diritti sono ufficialmente in vacanza: la proposta di Italia viva di cercare l’intesa e portare in aula già domani il disegno di legge Zan non ha trovato adesioni. Pd e Cinque stelle, che per settimane non hanno parlato di altro, hanno preferito un buen retiro estivo, seguiti dai principali quotidiani da cui sono scomparsi non solo i titoli, ma anche i trafiletti sulla legge che apriva le prime pagine».

La replica del Pd è altrettanto sarcastica: «Abbiamo deciso all’unanimità», informa il senatore Franco Mirabelli, «Faraone ha fatto il comunicato ma non la proposta». Insomma alla fine nei fatti va così: il calendario dell’aula del senato viene votato da tutte le forze politiche, dunque anche Iv. E comunque anche Lega e Forza Italia si associano alla scelta di non riportare in aula la legge contro l’omofobia per uno scampolo di tempo, prima della pausa estiva che al senato inizia il 6 agosto. Fino a quel giorno la tabella di marcia dei senatori è a tappe forzate: il voto di conversione di due decreti, quello sulle missioni internazionali e il bilancio del senato.

Gli emendamenti

Per di più sulla Zan gravano quasi mille emendamenti. La stragrande maggioranza è stata presentata dalla Lega, ben 672, più di 20 firmati dal solo senatore Roberto Calderoli. A scorrere i testi, l’intento ostruzionista è evidente. Forza Italia ne ha presentati 134, più dei 127 di Fratelli d'Italia.

La senatrice Udc Paola Binetti da sola ha rovesciato sul testo un’ottantina di modifiche. Le Autonomie quattro, cinque il senatore del gruppo misto Gregorio De Falco; tre Mattia Crucioli di Alternativa C’è. E poi ci sono i quattro di Italia viva: due a firma del capogruppo, Davide Faraone con il collega Giuseppe Cucca e due di Cucca con il socialista Riccardo Nencini. Sarebbero, nelle fantasie politiche renziane, quattro modifiche sulle quali potrebbero convergere anche le destre – almeno quelle di governo.

Ma dell’accordo che Iv reputa a portata di mano ancora non c’è ancora traccia ed è difficile immaginare che si sarebbe materializzato alla vigilia di Ferragosto. Però Faraone chiede comunque di andare avanti nell’esame della legge. In riunione alza i decibel. «Per forza», spiega poi, «da mesi mi fanno passare per quello che blocca tutto e invece loro adesso rinviano a chissà quando». Di «urla e tensione» in riunione parlano le agenzie. Ma dal Pd arriva una contronarrazione: quelli che sono filtrati oltre la porta non sono i toni barricaderi di Faraone ma i rimproveri a lui dei colleghi «dopo il terzo comunicato che raccontava cose false».

La polemica Italia viva-Pd

Comunque sia andata, da giorni Faraone ironizza contro Pd e M5S. Chiede «se il provvedimento si è fermato a causa delle ferie di Fedez» e lamenta che «più che scriverci un libro come ha fatto Zan era meglio scriverla in gazzetta questa legge». Vero è che il deputato dem Alessandro Zan ha scritto un libro sulla vicenda della legge ha cui ha dato il cognome come primo firmatario (Senza paura, la nostra battaglia contro l’odio, Piemme editore, uscirà il 7 settembre). Per Faraone ora «la legge Zan rischia di finire nel dimenticatoio fino alle elezioni amministrative quando ricomparirà dal cilindro in veste di bandierina da sventolare, ma che, senza un accordo preventivo ha un destino già segnato».

Tutta diversa la lettura del Pd: «L'unica cosa che non va in vacanza è l’inaffidabilità di Iv», replica la senatrice Monica Cirinnà, «Se non avesse cambiato idea sul sostegno già espresso al ddl Zan alla Camera, cercando surreali mediazioni e presentando emendamenti che demoliscono il testo, le cose sarebbero andate diversamente. Il sostegno alla legge è forte nel paese. Il testo sarà in aula a settembre, quando ci sarà tempo e modo per evitare le tante trappole e imboscate contenute negli emendamenti della Lega e di Italia Viva».

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