L’annuncio clamoroso da Bari proprio mentre i quattro leader della coalizione sono insieme sul palco a Roma, alla festa di Avs. Fratoianni: «Antonio ti stiamo chiedendo tutti insieme di andare avanti. Noi non rimuoveremo candidature che consideriamo un contributo»
Le parole di Antonio Decaro arrivano come un fulmine al Monk di Roma, dove in quel momento esatto i leader del centrosinistra celebrano, o meglio pensano di celebrare, le alleanze di centrosinistra ormai strette e blindate in tutte le regioni che vanno al voto. In realtà c’è un problema ancora aperto sul candidato in pectore della Puglia che ha chiesto, come condizione per correre, il “passo indietro” del presidente uscente Michele Emiliano. E lo ha ottenuto. Ma chiede anche quello di un altro ex presidente intenzionato a candidarsi per Avs, Nichi Vendola. Che però non si fa indietro. La sua segretaria Elly Schlein è chiara, dal palco di Roma: «Sono certa che troveremo una soluzione. Antonio Decaro è la candidatura più forte che possiamo mettere a disposizione. Io stimo Nichi Vendola e gli voglio bene. E credo che le candidature di Avs le deve fare Avs».
La minaccia
È qui che Decaro minaccia, forse preannuncia un passo indietro clamoroso, il suo. «Preciso che non è mia intenzione limitare il diritto costituzionale di ciascuno di candidarsi nel ruolo politico che ritiene più utile per la collettività. Ma nessuno può negare a me il diritto di esprimere quali dovrebbero essere le condizioni per affrontare un lavoro così impegnativo per la Puglia», «Non è una questione di veti. Specie con riguardo a persone alle quali mi lega un rapporto di stima e di affetto profondo e indiscutibile. Sono mesi, però, che dico che con gli ex presidenti della Regione seduti in consiglio regionale io non mi sentirei libero di lavorare in modo sereno al futuro della Puglia. E per non creare problemi alla coalizione progressista e ai partiti che la compongono, fin dall'inizio ho detto che non sono né indispensabile, né tantomeno insostituibile. Se sbaglio, me ne assumo ogni responsabilità. Ma non posso cominciare questa complicata avventura senza essere chiaro con i pugliesi».
La scelta ha del paradossale. Per Decaro, plebiscitato alle ultime elezioni europee con oltre 500mila voti, si preannunciava una vittoria importante. La sua macchina elettorale pugliese è partita da tempo. I candidati delle due liste civiche hanno già stampato i «santini» con «Decaro presidente».
Anche per questo una sua rinuncia al Nazareno era considerata un periodo ipotetico dell’irrealtà: «Come può spiegare che si ritira perché Vendola si candida? Sarebbe una scelta incomprensibile a tutti». Una scelta che peraltro rischia di aprire una guerra civile dentro il Pd pugliese.
Fratoianni prova a convincerlo
Dal palco romano prova ancora a non chiudere la questione Nicola Fratoianni. Gli lancia un messaggio: «Antonio, Alleanza Verdi e Sinistra, i suoi uomini e le sue donne, i suoi candidati e le sue candidate, e tra questi c’è un signore che si chiama Nichi Vendola, sono i tuoi migliori alleati, sono la migliore garanzia della discontinuità che hai evocato e anche della tua libertà», «Noi siamo i tuoi migliori alleati. Allora io dico ad Antonio: ti stiamo chiedendo da questo palco tutti e tutti insieme di andare avanti insieme. È il momento di farlo, ci sono le condizioni per farlo. Noi non rimuoveremo candidature che consideriamo un contributo». Ma chi ha parlato con «Antonio» lo ha trovato irremovibile. Nella regione che doveva essere una vittoria facile, ora il campo largo deve cominciare a pensare a un altro candidato. E il Pd ha scoperto di avere un grosso problema a casa sua.
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