Nel testo è stato inserito un aumento di risorse per altre concessioni. L’operazione è uno sgarbo al Colle che chiede misure attinenti ai decreti
Con la cultura forse non si mangia, come recita la vecchia battuta attribuita all’ex ministro Giulio Tremonti, che in realtà smentisce continuamente di aver pronunciato. In ogni caso con il decreto Cultura c’è una mancia, nel senso che si foraggiano mance a piene mani. Nel provvedimento, approvato alla Camera e inviato ora al Senato per il via libera definitivo (senza possibilità di correttivi), è stato infatti inserito un potenziamento del cosiddetto “fondo mancia” introdotto dalla manovra econ



