Giuseppe Del Deo ha lasciato il ruolo di vicedirettore del Dis con in tasca una pensione anticipata e le norme ad hoc, preparate dal governo, per le future esperienze lavorative. Come anticipato da Domani, l’ex uomo forte dei servizi segreti italiani ha annunciato l’uscita di scena per volere di Giorgia Meloni. Decisivo l’accordo trovato con palazzo Chigi, dietro la regia del sottosegretario, Alfredo Mantovano, autorità delegata, sotto lo sguardo della premier. Mario Cinque, attuale vicecomandante generale dei carabinieri, è il favorito come nuovo numero due del dipartimento guidato da Vittorio Rizzi.

Pensione e dpcm

L’accordo con Del Deo non è stato semplice. Ha previsto una forma di pensionamento anticipato, a soli 51 anni, un caso molto singolare nella storia dell’intelligence italiana. Inoltre prima di accomiatarsi dai servizi, sono state introdotte alcune deroghe per l’assunzione di cariche successive all’addio al comparto dell’intelligence.

Un apposito dpcm del 28 marzo scorso e pubblicato il 3 aprile in Gazzetta ufficiale, stabilisce infatti la possibilità che gli ex direttori, vicedirettori o dirigenti di prima fascia possano presentare un’istanza alla presidenza del Consiglio per iniziare esperienze lavorative con soggetti privati, sia esteri che italiani.

«Coloro che hanno ricoperto la carica di direttore generale e di vice direttore generale del Dis e di direttore e di vice direttore delle agenzie, ovvero abbiano svolto incarichi dirigenziali di prima fascia di preposizione a strutture organizzative di livello dirigenziale generale, non possono svolgere, salva autorizzazione del Presidente del Consiglio dei ministri o dell'autorità delegata», si legge nel decreto.

La novità riguarda dunque la domanda da inviare a palazzo Chigi, rivolta all’autorità delegata (in questo caso Mantovano), che può concedere il via libera a passare alle dipendenze anche di realtà straniere (pubbliche o private), senza attendere il periodo di decantazione di tre anni precedentemente previsto dalla normativa.

In teoria perciò, già domani Del Deo può inviare la specifica richiesta al Dis, che fa da tramite per inviare la documentazione a Mantovano. Il sottosegretario, compiute le proprie valutazioni entro 30 giorni, decide sul caso. Un iter diretto.

Lo stesso decreto ha due commi coperti da omissis, cioè dal segreto. Fonti di Palazzo Chigi confermano che «si tratta di un Dpcm che adegua il trattamento previdenziale e di quiescenza dei Vertici degli Organismi dell’intelligence alle disposizioni già vigenti per analoghe figure apicali degli ordinamenti militari e del corpo della Guardia di finanza».

Del Deo, in un comunicato, ha sostenuto di aver lasciato «nell’esclusivo intendimento di effettuare nuove esperienze professionale». Quindi ha spiegato, cercando di smussare le voci di tensioni, che la «scelta è stata sin dall’inizio condivisa con il mio vertice, tecnico e politico». E poi ha rivolto lo sguardo al futuro: «Ogni eventuale futuro impiego sarà svolto nel consueto spirito istituzionale e in completa condivisione e sinergia con gli obiettivi del Paese. Il mio ringraziamento e augurio di buon lavoro al direttore generale del Dipartimento e ai direttori dei servizi di intelligence».

Dietro le parole ufficiali, però, c’è la tensione con palazzo Chigi che lo ha portato al precoce pensionamento. Le incomprensioni, come raccontato da questo giornale, partono da lontano.

Ascesa e declino

Certo, i rapporti con Giorgia Meloni erano inizialmente eccellenti, con la segretaria della presidente del Consiglio, Patrizia Scurti, a fare da punto di incontro. La premier, insomma, aveva grande stima nei confronti di Del Deo, riconoscendogli ottime doti operative (mai negate addirittura dai suoi detrattori). Ma troppi incidenti di percorso hanno minato la fiducia.

A cominciare dalla vicenda – svelata da Domani – dei due uomini sorpresi vicino all’auto di Andrea Giambruno, l’ex compagno della premier, su cui i servizi segreti hanno aperto un’indagine interna e le verifiche hanno condotto, erroneamente, a indicare due agenti dell’Aisi quali responsabili dei giri attorno alla macchina dell’ex di Meloni.

Dal canto suo Mantovano ha derubricato il fatto come un tentativo di furto. La gestione poco accorta della faccenda è stato il primo granello che ha disturbato il rapporto di fiducia con Del Deo. E al di là dei formalismi, di sicuro la ferita è rimasta aperta.

Poi sono state rivelate – sempre raccontata da questo giornale – le verifiche fatte dall’Aisi, su ordine di Del Deo (all’epoca vicedirettore dell’Aisi), sul capo di gabinetto di Meloni, Gaetano Caputi. Ha irritato il fatto che né Mantovano né Meloni sapessero di tali attività sul loro dirigente apicale. Il caso Caputi ha eroso definitivamente il rapporto, con in mezzo una serie di dubbi della premier, che ha bloccato l’ascesa dell’agente che sembrava destinato alla guida dell’Aisi.

Ultimo eclatante vicenda è il mistero su chi abbia spiato il direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato, con lo spyware di Paragon. Perché se ormai è certo che l’Aise ha monitorato gli attivisti della ong Mediterrane, resta ancora senza nome chi è entrato nel telefono di Cancellato. Molte strade, conducono agli ambienti dell’Aisi.

Tra gli estimatori ancora attuali di Del Deo c’è il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che lo avrebbe visto bene alla guida dell’Agenzia per i servizi segreti interni. Alla fine l’ha spuntata Bruno Valensise, supportato da Mantovano e dal vicepremier leghista, Matteo Salvini.

A legare Del Deo e Crosetto la conoscenza comune di imprenditori del settore della cybersicurezza, che hanno lavorato a lungo con appalti dell’intelligence: è il caso del fondatore di Maticmind, Carmine Saladino, che ha acquisito anche la società Sind Spa. «Il settore della cybersicurezza privata sta assorbendo molti agenti formatisi all’interno degli apparati», spiega un’autorevole fonte dell’ambiente.

L’uscita di scena di Del Deo rappresenta una vittoria per Salvini, che gli attribuiva una gestione disinvolta dell’intelligence. Ma soprattutto segna il trionfo di Mantovano, che così ha portato a una pacificazione nel comparto, piazzando figure di fiducia e gradite trasversalmente al vertice degli 007.

Con Cinque in arrivo al fianco di Rizzi al Dis, infatti, è completo il rinnovamento avviato con le dimissioni di Elisabetta Belloni. All’Aisi, invece, la pax è siglata dopo la direzione affidata a Valensise, con Carlo De Donno e Leandro Cuzzocrea come vice, mentre all’Aise Giovanni Caravelli è uscito rafforzato dalla liberazione di Cecilia Sala.

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