Diritti civili, giustizia, lavoro, economia, giustizia, transizione ecologica e grandi opere, sicurezza, politica estera, istituzioni: sono i temi su cui i partiti in corsa alle elezioni del 25 settembre 2022 si sono confrontati e, spesso, scontrati in questa campagna elettorale estiva. Domani ha analizzato con attenzione i programmi e le dichiarazioni rese in queste settimane con lo scopo di mettere a fuoco la posizione di ogni forza politica su queste tematiche, in modo da offrire, alla vigilia del voto, un quadro chiaro ai suoi lettori. Abbiamo preso in esame oltre alle due principali coalizioni, quella di centrodestra e quella di centrosinistra, anche il Movimento 5 stelle, il cosiddetto terzo polo (Azione-Italia Viva) e Unione popolare, basando la nostra ricerca soprattutto sui programmi che vincolano (o dovrebbero vincolare) i partiti ad attuare, una volta in parlamento, quanto promesso. Ci siamo serviti delle dichiarazioni fatte durante i comizi o sui social soltanto laddove mancasse nei programmi il riferimento all’argomento che si stava considerando. 

Diritti civili

Sui diritti civili la distanza tra la coalizione di centrodestra e quella di centrosinistra è ampia: la prima si oppone, in modo quasi compatto, al gran parte delle delle proposte che vorrebbero tutelare o riconoscere tali diritti. In particolare, la Lega appare essere il partito più rigido, si oppone, infatti sia all’approvazione dei matrimonio egualitari sia alle leggi su fine vita e depenalizzazione della cannabis sia all’istituzione dello ius scholae. «Lo Stato deve essere soggetto attivo nel valorizzare l’identità e la cultura del nostro Paese, aiutando a proteggere i minori da minacce come la liberalizzazione della cannabis, la decostruzione dell’identità sessuale e i contenuti pericolosi che circolano sul web», scrive a pagina 69 del proprio programma, specificando poco più avanti che la famiglia è un «pilastro essenziale della nostra cultura, delle nostre radici e della nostra identità non può essere soggiogata da imposizioni ideologiche che mirano a ridisegnare il concetto di nucleo familiare». Contrappone un secco no «alla legalizzazione della morte volontaria medicalmente assistita impegnandosi a «promuovere una cultura pro-vita». Infine, dichiara di non essere disposto a fare «nessuna concessione verso il principio  Soli e declinazioni similari quali lo Ius Scholae, Ius Culturae o Ius Temperato».

Più sfumata è invece la posizione di Fratelli d’Italia che, pur affermando il proprio impegno a «tutelare la vita», non cita in modo specifico il tema del fine vita. Silenzio anche sul tema dello Ius scholae. Ambiguità emerge, invece, per quel che riguarda la legalizzazione della cannabis: FdI dice infatti di adoperarsi nella «promozione di stili di vita sani per contrastare il disagio e le devianze giovanili», citando tra queste la doga e non distinguendo tra droghe leggere e pesanti. Più definita è la posizione sul matrimonio egualitario, che non rientra nelle priorità di Giorgia Meloni, convinta che sia sufficiente mantenere la legge sulle unioni civili.

Non fa riferimento a nessuno di questi argomenti Forza Italia. 

Concordi sono, invece, le opinioni su questi temi di Unione popolare e della coalizione di centrosinistra, favorevoli sia all’introduzione del matrimonio egualitario sia alla legalizzazione della cannabis sia a una legge sul fine vita. Se, per quanto riguarda lo ius scholae, la coalizione a traino Pd è favorevole e Unione popolare è addirittura pronta a introdurre lo ius soli. 

Favorevole a matrimonio egualitario, ius scholae e legalizzazione della cannabis e legge sul fine vita è anche il Movimento 5 stelle.

Sulla maggior parte di questi argomenti tergiversa il Terzo polo nel proprio programma. L’unica chiara approvazione quella che arriva per lo Ius scholae, mentre per matrimonio egualitario e legalizzazione della cannabis l’unico dato che si ha è quello che deriva dall’intervista di Will media al leader di Azione, Carlo Calenda. l’ex ministro si è detto favorevole, pur sollevando la necessità di pensare a politiche di disincentivazione dell’uso di cannabis. Nessun chiarimento, invece, c’è stato sul fine vita.

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