Il Dpcm di Natale che stabilirà le restrizioni anti Covid-19 è in fase di elaborazione, il presidente della Liguria Giovanni Toti, ha convocato per lunedì alle 17 una conferenza straordinaria delle regioni per fissare la posizione unitaria: sul tavolo una deroga al coprifuoco alle 22 e la riapertura delle scuole non prima del 7 gennaio. L’ordine del giorno è chiaro: «esame delle proposte in ordine alle misure di carattere sanitario, sociale, economico ed organizzativo da adottare con il prossimo Dpcm». Martedì dovrebbe svolgersi un incontro con il governo che dovrà varare il nuovo testo entro giovedì 3 dicembre.

Il presidente della conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, rispondendo in un’intervista alla Stampa si è detto contrario all’ipotesi di un coprifuoco alle 22 per Natale e Capodanno: «I coprifuoco si fanno in guerra e per fortuna noi non lo siamo. Tutti sappiamo che saranno feste diverse, che serve uno sforzo di responsabilità da parte di tutti per non tornare da capo a gennaio. Non ho dubbi che questa esigenza verrà compresa da cittadini e famiglie, i primi a essere consapevoli che affetti, legami e sensibilità personali non passano da orari e numero di commensali».

La maggioranza dei governatori spinge per il 7 gennaio come data per il ritorno tra i banchi. Se da una parte Bonaccini infatti registra che le famiglie richiedono un’apertura al più presto, ieri ha detto al Tgr locale: «Penso si aprirà ai primi di gennaio, perché la quasi totalità delle regioni preferisce così». Luca Zaia, il presidente del Veneto, ha già detto di no a una riapertura prima: «Per noi resta sbagliato aprire le scuole il 9 dicembre, forse varrebbe la pena dire dall’8 gennaio e si lavora per bene per evitare i focolai».

© Riproduzione riservata