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Draghi e Conte allo scontro finale sulle spese militari

lapresse
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  • Letta evita di replicare al voltafaccia M5S sulle spese per le armi ma avverte: «La legge elettorale obbliga ad alleanze, l’avversario non è l’alleato ma il dirimpettaio». Sul riarmo frane anche sul lato sinistro della coalizione
  • In realtà il malumore del premier non risale al pomeriggio. Mentre il governo è impegnato a cercare un ruolo nella soluzione del conflitto russo-ucraino, in questi giorni in commissione bilancio della Camera di discute la delega fiscale.
  • Il segretario Pd, fin qui l’alleato più responsabile di palazzo Chigi, ieri notte ha seguito «con grande preoccupazione» le convulsioni del M5s. Letta fa di tutto per mantenere fermo l’asse con l’alleato.

La giornata inizia con i toni da commedia di Giuseppe Conte che spiega che il suo partito non voterà per innalzare al 2 per cento del Pil la spesa per le armi, cosa che in realtà ha già fatto alla Camera, e finisce con il passo grave di Mario Draghi che sale al Colle e spiega che «così viene meno il patto di maggioranza». Se non è l’annuncio di una crisi di governo poco ci manca. In mezzo c’è stato l’incontro fra il premier e l’ex premier. Conte ha chiesto che le spese militari non siano cont

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