- La riforma dell’ordinamento giudiziario, terzo pilastro delle riforme della giustizia indicate nel Pnrr, è ferma in un limbo a palazzo Chigi. Intanto, però, a via Arenula la ministra è costretta a fare il parafulmine di questo ritardo.
- La messa in pausa della riforma sarebbe maturata in concomitanza con il concretizzarsi silenzioso della prospettiva di Draghi al Quirinale. I candidati possibili sono Franco, Colao e Cartabia, ma ora ad essere stata depennata sarebbe la ministra della Giustizia.
- Il nome preferito sarebbe quello di Colao e per garantire un passaggio senza intoppi la maggioranza deve rimanere compatta. Per questo va evitato un dibattito su un tema divisivo come la giustizia, anche a costo di mettere in una posizione scomoda la ministra.
Se esiste una linea comunicativa del governo di Mario Draghi, è quella di lasciar parlare i fatti. Per questo i silenzi del presidente del Consiglio fanno rumore e anche ciò che sceglie di non fare è eloquente. La premessa è importante per capire le ragioni di quella che apparirebbe altrimenti una scelta inspiegabile. La riforma dell’ordinamento giudiziario, terzo pilastro delle riforme della giustizia indicate nel Pnrr, è ferma in un limbo a palazzo Chigi. E’ così da Natale, quando è stato



