- Per Draghi cambia qualcosa il fatto che ci sia un gruppo di ex M5s che gli assicurino il voto di fiducia mercoledì? Una scissione nei Cinque stelle, che non portasse però le insegne del movimento nella maggioranza, lo potrebbe convincere a ripensarci?
- Fonti molto vicine al presidente del Consiglio assicurano di no. Ma la fine “ordinata” è un problema con un governo in carica solo per l’ordinaria amministrazione.
- Anche per questo è in atto una manovra di persuasione intorno al premier. Partirebbe dal Colle. Scendendo per li rami, diventa quasi un assedio: su molti media sale una specie di preghiera nazionale e internazionale.
Finalmente, alla metà di un’altra interminabile giornata e nottata di dibattito avvitato nei Cinque stelle, qualche novità comincia ad affiorare. Poca cosa, ma comunque un appiglio, un filo di speranza a cui aggrapparsi per chi vede affogare la legislatura e deve evitarlo a tutti i costi. Nella prima parte dell’assemblea dei Cinque stelle, quella che si svolge nella mattinata, sono quindici su una sessantina gli interventi per il sì alla fiducia a Draghi, un sì da pronunciare senza aspettare ri


