La prossima tappa è lunedì 26 dicembre: «Quel lunedì, come la maggior parte dei giorni dell’anno, gli Uffizi saranno aperti», racconta Massimo Schembri della Uil. Gli Uffizi chiusi lunedì 31 ottobre, il ponte tra domenica 30 e martedì 1, Ognissanti, hanno fatto arrabbiare il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, passato dalla Rai al governo, e artefice nei primi giorni del suo nuovo ruolo di un botta e risposta con il direttore del polo Eike Schmidt. Per il ministro «un fatto gravissimo, che ha causato una perdita di introiti e un danno di immagine, vorrei sapere perché non si è proceduto a cambiare il giorno di chiusura».

Il responsabile del sito culturale più visitato d’Italia ha fatto presente a Sangiuliano che per avere i musei aperti in giorni normalmente di chiusura servono il personale e la disponibilità di pagarlo. Riuscire a coordinare in alternativa lo spostamento dei giorni lavorativi, ribadiscono al ministro sindacati e Uffizi, non è un’operazione banale.

Il giorno di chiusura

I musei italiani hanno come giorno di chiusura il lunedì. L’ipotesi, che esiste sulla carta, di spostare il giorno di chiusura settimanale a mercoledì o a giovedì non è mai stata messa in atto agli Uffizi, perché, ha spiegato il direttore, in una macchina così complessa, «lavorano tante aziende diverse – dagli elettricisti agli operatori del metal detector, dall’azienda statale di supporto al concessionario dell’accoglienza, e così via – con personale e contratti diversi».

Si va dai dipendenti pubblici, a quelli di Opera Laboratori e Ales, la società in house del Mic. La strada dello spostamento del giorno di chiusura «si è sempre rivelata impraticabile – ha ribattuto il direttore del museo – ma soprattutto, con migliaia di prenotazioni anche da parte di viaggiatori provenienti da altri continenti, pianificate con largo anticipo e già in essere per tutta questa settimana, il danno economico e d’immagine di un’insolita chiusura infrasettimanale degli Uffizi avrebbe a tutta evidenza vanificato il probabile guadagno extra del lunedì».

La pianificazione

Ma non poteva essere pianificata con largo anticipo in modo da non vanificare le prenotazioni dei turisti esteri e rendere tutto più chiaro da subito? «L’andamento lavorativo fino a dicembre», racconta il sindacalista «è stato deciso a settembre. Un tempo che avrebbe compromesso le prenotazioni che già c’erano». Un intervento ancora prima si sarebbe scontrato con le altre esigenze di pianificazione: «Nei mesi precedenti abbiamo dovuto gestire Pasqua e le vacanze estive, in un sito che non chiude praticamente quasi mai». Nello specifico, si legge sul sito degli Uffizi, solo il primo gennaio e il 25 dicembre, e, appunto, tutti i lunedì.

«È più facile aprire di più piuttosto che spostare i giorni di chiusura».

Tra sabato e martedì, giorni che aprivano e chiudevano il ponte, ben 55.611 persone hanno visitato i musei delle Gallerie degli Uffizi. Tuttavia, lunedì 31 ottobre «abbiamo potuto aprire soltanto il Giardino di Boboli – ha raccontato il direttore –, con 7.338 visitatori che si sono goduti il bel tempo, ma non la Galleria delle statue e delle pitture e nemmeno Palazzo Pitti».

Più dipendenti

Gli Uffizi finora hanno investito i propri fondi nelle aperture, ma al personale del ministero è vietato di superare il 15 per cento dello stipendio tabellare lordo annuo (una somma che si aggira sui 2-3 mila euro) con gli straordinari, con la conseguenza che già a fine settembre tutto il personale avrebbe raggiunto la soglia massima, come si legge nel comunicato divulgato il 3 novembre.

La soluzione prospettata dai sindacati è quella di avere più dipendenti: «Forse il ministro Sangiuliano dovrebbe sapere che un museo non è un semplice ufficio dove basta aprire una porta per fare entrare il pubblico», si legge ancora nel comunicato. «Molteplici sono gli aspetti legati alla sicurezza delle cose e delle persone soprattutto e tutto questo è legato strettamente al personale che ne garantisce l’accoglienza, la vigilanza e la fruizione stessa di un museo».

Il personale del ministero della cultura in complessivo è al di sotto del 50 per cento dell’organico previsto, raccontano, una mancanza che include anche gli Uffizi che infatti si avvalgono di altre società. I dipendenti delle società esterne però non possono lavorare se non in presenza di dipendenti pubblici. La critica della Uil guarda al governo precedente: «Il ministro Franceschini, a fronte di un aumento considerevole degli spazi museali della Galleria degli Uffizi, anziché potenziarne la dotazione organica aveva provveduto a ridurre il numero già carente del personale della vigilanza. Le recenti assunzioni – 15 elementi, specifica il sindacalista a Domani – rappresentano quindi solo una piccolissima boccata di ossigeno».

Tuttavia a dicembre, prossimo lunedì vacanziero, si tratterà non solo del giorno di chiusura previsto, ma anche di un festivo ma «saremo aperti. E dovrebbe essere un’apertura straordinaria». Un giorno in cui è prevista la maggiorazione contrattuale, e l’accordo, che è stato gestito a settembre, in questo caso è stato già raggiunto: «Il 31 ottobre non siamo riusciti a farlo rientrare con il tetto agli straordinari. Ma senza personale e senza assunzioni, in futuro non si va da nessuna parte».

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