- L’accordo sull’immigrazione dell’8 giugno scorso presenta criticità per i paesi di primo ingresso, tra cui l’Italia: a tali paesi resta l’accoglienza dei migranti - i ricollocamenti in altri paesi non sono obbligatori, potendo essere sostituiti da una compensazione finanziaria – e per un periodo di due anni, salvo alcune eccezioni, contro i 12 mesi del regolamento di Dublino.
- La novità rappresentata dalla procedura sommaria per valutare le domande d’asilo e procedere con sollecitudine ai rimpatri, anche nei paesi di transito sicuri, resterà priva di effetto in mancanza di accordi di riammissione. E comunque i rimpatri sono difficili e costosi.
- Qualcuno ha definito storico l’accordo raggiunto nel Consiglio. È storico il fatto che un accordo sia stato raggiunto. Ma sul fatto che il suo contenuto rappresenti una svolta storica sull’immigrazione può nutrirsi qualche dubbio.
Ecco perché l’accordo sulle migrazioni non è un successo per l’Italia
14 giugno 2023 • 09:30Aggiornato, 14 giugno 2023 • 09:31