La notte che ha preceduto il quinto giorno di votazioni per l’elezione del nuovo presidente della repubblica non ha portato quasi a nulla. Il centrodestra ha deciso che il suo candidato di bandiera è la presidente del Senato, Elisabetta Casellati.

Giovedì 27 gennaio alle 21 si è tenuto l’ennesimo vertice di centrodestra, con Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani in sostituzione di Silvio Berlusconi per ragionare sulle mosse da mettere in campo nello scrutinio odierno, il quinto.

Molti parlamentari dell’area di destra si aspettavano una soluzione, la proposta di un candidato forte da avanzare al centrosinistra, Italia viva e Movimento 5 stelle, e invece il leader della Lega è tornato al punto di partenza: nella votazione in programma alle 11 Forza Italia, Lega e Giorgia Meloni andranno alla cosiddetta “conta” con un candidato di bandiera, Elisabetta Casellati, in modo da poter testare la solidità della coalizione e vedere se i voti per il loro candidato arriverà a quota 451 voti, tanti sono quelli che ha il centrodestra. E il nome di Casellati sarà indicato per più votazioni.

Una strategia per capire se i singoli parlamentari, durante il voto segreto, rispetteranno l’indicazione data dai capi partito o andranno per conto loro. Si tratta, quindi, di una strategia in rimessa per individuare semplicemente possibili franchi tiratori.

Insomma, la riunione di questa notte non ha portato a nessun passo avanti nonostante Salvini da giorni prometta di trovare un nome condiviso con l’altro schieramento. Pesano i litigi interni al centrodestra, soprattutto tra il leader leghista e Giorgia Meloni che guida Fratelli d’Italia, entrambi hanno l’obiettivo di intestarsi la leadership della coalizione. 

Questa mattina il centrodestra è tornato a riunirsi e al termine della riunione Salvini ha invitato gli altri partiti che appoggiano la maggioranza (Pd, Iv, M5s e Leu) a vedersi prima delle 11. 

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Centrosinistra e M5s

L’altra coalizione, che tiene insieme (almeno per il momento), il Partito democratico e il Movimento 5 stelle, non va altrettanto meglio. Ieri sera il segretario del Pd, Enrico Letta, si è mostrato molto infastidito con Giuseppe Conte, che guida i Cinque stelle, per aver nuovamente ammiccato su uno dei nomi provenienti dal centrodestra. Quello di Franco Frattini.

Il nome dell’ex ministro dei Governi Berlusconi era circolato nei giorni scorsi, fermato sia da Letta sia dal leader di Italia viva Matteo Renzi. Salvini ha provato a tirare ancora in ballo il suo nome trovando, come successo la prima volta, l’interesse di Conte. Ma il nome di Frattini è scomparso di nuovo in poche ore. 

Ma l’irritazione di Letta è molto più generale. Oltre a non fidarsi del tutto di Conte, ha mostrato nervosismo anche di fronte alle ultime scelte del centrodestra. «Abbiamo sempre lavorato per l’unità. L’impressione è che abbiano tentato di dividerci, con idee fantasiose con l'obiettivo di dividere e non di trovare una soluzione per il Paese», ha detto Letta entrando questa mattina alla Camera.

Il segretario del Pd non si fida più e lo dice apertamente: «Mi sto chiedendo sinceramente se ho fatto bene a fidarmi, siamo stati portati in giro per tre giorni».

Il bis è più vicino

Foto AGF

Nel frattempo, si è tornato a parlare di una delle soluzioni che, invece, si sperava di scongiurare: rivolgersi a Sergio Mattarella per chiedergli di rimanere al Quirinale. Per la prima volta, il capogruppo M5s alla Camera Davide Crippa ha detto a La7 che il suo partito «ha da sempre espresso grande apprezzamento per il lavoro portato avanti dal presidente Mattarella». Nelle prime quattro votazioni l’attuale capo dello stato ha ricevuto diversi voti, nell’ultima, ovvero la quarta, è arrivato a 166 schede. 

«I numeri raccolti dal presidente tengono sicuramente conto del voto espresso anche dal M5s», ha ammesso Crippa. «È evidentemente una carta che non possiamo evitare di mettere sul tavolo della discussione per tenere unita la maggioranza di governo. Una maggioranza che un anno fa, in piena emergenza pandemica, ha risposto all’appello lanciato proprio dal presidente Mattarella». Un nome «ampiamente condiviso» al tavolo con Pd e Leu, che sarà quindi valutato attentamente anche nel confronto con il centrodestra. 

Anche il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, non esclude la possibilità di arrivare a votare Mattarella. A Radio Leopolda ha detto: «Per tanto tempo ho detto che l'ipotesi non era sul tappeto e che sarebbe il fallimento di chi voleva fare il kingmaker e non lo ha fatto. Se si deve andare a cercare un candidato in giro per Roma, evidentemente qualcosa non va nella gestione della ledership politica. Per questo non escludo più l'ipotesi di un Mattarella bis. Che sarebbe comunque una forzatura nei confronti del presidente Mattarella».

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