Francesca Mariotti è oggi nel cda Saipem, società controllata dal colosso energetico. Ora andrà alla guida dell’agenzia per lo sviluppo sostenibile. Grazie alla spinta di Forza Italia con la regia di Gianni Letta d’intesa con Tajani e Pichetto
Forza Italia porta a casa la presidenza dell’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile con la nomina di Francesca Mariotti. E c’è un regista d’eccezione, il mediatore berlusconiano per antonomasia: Gianni Letta.
La nomina ha altri risvolti. Sfida infatti le ombre dei conflitti di interessi: per Enea è una sterzata verso il mondo imprenditoriale e dei colossi energetici. La prossima presidente siede – dal maggio 2024 – nel Consiglio di amministrazione di Saipem, controllata dall’Eni che detiene il 21,19 per cento delle azioni, con la partecipazione sostanziosa di Cdp Equity (12,82 per cento). Saipem opera nell’ampio alveo «dell’ingegneria sostenibile» e proprio di recente ha annunciato un rafforzamento della collaborazione con Eni nel campo della bioraffinazione.
Mariotti, nello specifico, presiede il comitato remunerazione e nomine, e partecipa al comitato sostenibilità, scenari e governance di Saipem. La vicinanza della manager all’Eni solleva alcune perplessità sulle ragioni di opportunità, perché approda al timone dell’agenzia pubblica chiamata a gestire, tra le varie cose, lo sviluppo sostenibile. E che dovrà interfacciarsi con realtà private.
Forza Enea
La firma sul decreto è quella del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Ma, secondo quanto risulta a Domani, è stata voluta da Letta d’intesa con il segretario del partito, Antonio Tajani. Mariotti è una manager di lungo corso, non organica a FI, ma conosce la famiglia Berlusconi: è stata nel cda di Mediaset dal 2018 al 2021.
La vicinanza agli azzurri è stata di recente testimoniata dalla presenza agli stati generali dell’economia di Forza Italia. Nell’evento organizzato a Milano lo scorso gennaio, la manager era tra le relatrici per parlare di fisco e imprese. Non solo, Mariotti gravita già nell’orbita ministeriale.
Da febbraio 2024 è presidente del comitato per l’ecolabel e l’ecoaudit (per un compenso di circa 20mila euro), istituito al ministero dell’Ambiente con competenze sull’assegnazione del marchio «di qualità ecologica e per la valutazione dell’adesione al sistema comunitario di ecogestione e audit». Insomma, una vecchia conoscenza del mondo berlusconiano, da cui proviene Pichetto Fratin. Ora c’è stato il salto di qualità che “industrializza” Enea, finora presieduta da un tecnico come Gilberto Dialuce. Nessuna ha da eccepire sul curriculum manageriale di Mariotti. Spicca il suo percorso in Confindustria: sotto la presidenza di Carlo Bonomi, nel 2020, è diventata direttrice generale a viale della Astronomia. Ma era già a capo della struttura per le politiche fiscali dell’associazione imprenditoriale. I rapporti con Bonomi si sono logorati fino a esplodere nel 2023: l’allora numero uno di Confindustria ha deciso di rimpiazzarla. Mariotti ha per questo avviato una battaglia legale.
La vicenda ha comunque posto la parola fine alla sua carriera confindustriale, aprendole nuovi scenari. Compreso l’avvicinamento alle nomine di matrice più politica. La futura presidente di Enea, oltre che nella galassia Eni tramite Saipem, è nei cda delle società Almaviva e Aboca, che tuttavia non operano in settori afferenti all’ente vigilato dal ministero dell’Ambiente. La manager ha tracciato una rotta precisa durante la sua audizione parlamentare. Secondo le sue intenzioni Enea «è fondamentale investire in tecnologie sostenibili per garantire un futuro economico prospero e rispettoso dell’ambiente. La collaborazione tra istituzioni, università e settore privato sarà cruciale per accelerare l'innovazione e promuovere un modello di sviluppo integrato».
Pepe e Covip
E per una nomina che sembra ormai incassata, ce n’è un’altra con problemi decisamente più rilevanti, come quella di Mario Pepe, ex parlamentare di Forza Italia, alla presidenza della Covip (la Commissione di vigilanza sui fondi pensione). Il passaggio aveva sollevato polemiche: Pepe, di professione endocrinologo, non ha mai ricoperto incarichi ufficiali in un comparto così delicato.
La procedura, secondo quanto risulta a Domani, è al vaglio della Corte dei conti, nonostante siano trascorsi quattro mesi dall’indicazione della ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone. «Il governo ha scelto logiche viziate da amichettismo. Facciano un gesto di dignità e scelgano una figura competente e autorevole», ha protestato il deputato del Pd, Arturo Scotto, annunciando una nuova interrogazione alla Camera. Ma l’esecutivo è intenzionato a tirare dritto. Indipendentemente da possibili conflitti di interessi come per Mariotti o, nel caso di Pepe, dai dubbi sui curriculum.
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