- L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha dato l’annuncio al sindaco di Venezia che chiuderà l’impianto petrolchimico di Porto Marghera che produce etilene e propilene. Poi lo ha comunicato ai sindacati.
- Il pretesto è creare attività che producono meno CO2. Ma i sindacati spiegano: «Vogliono chiudere un pezzo della chimica italiana per farci diventare un deposito» di prodotti ugualmente inquinanti: un parco criogenico di Gpl (gas di petrolio liquefatto), più un deposito dei prodotti che vengono attualmente elaborati, derivati dal petrolio.
- Contattata da Domani, Eni non smentisce: «Stiamo finalizzando il progetto». L’ansia dei sindacati resta: «Ci troveremmo con 345 occupati invece di 387». Inoltre temono per la chimica di base. Le sigle nazionali chiedono un incontro con Eni e il ministro Giancarlo Giorgetti.
I sindacati sono arrabbiati, Eni ha deciso di chiudere l’impianto petrolchimico Versalis di Porto Marghera nel 2022 con la promessa di tagliare drasticamente le emissioni di CO2 con le nuove attività che lancerà. Davide Camuccio, segretario generale della Filctem-Cgil di Venezia, vede un’altra prospettiva: «Vogliono chiudere un pezzo della chimica italiana per farci diventare un deposito» di prodotti ugualmente inquinanti: «Vogliono fare un parco criogenico di Gpl (gas di petrolio liquefatto) -



