La card della cultura per i giovani diventa il bancomat del governo per la cultura. Con la cancellazione del bonus cultura ai 18enni proposto con un emendamento alla legge di Bilancio si punta a reperire una dote di 230 milioni di euro per effettuare, tra le varie cose, dei microfinanziamenti a eventi e fondazioni. In cima alla lista c’è la creazione della «fondazione Vittoriano» che avrà come scopo «gestione e valorizzazione» proprio del complesso del Vittoriano, a Roma. L’operazione costerebbe al ministero della Cultura un milione di euro.

L’emendamento alla legge di Bilancio è stato proposto dal presidente della commissione Cultura alla Camera, Federico Mollicone di Fratelli d’Italia, primo firmatario, insieme ai deputati Rossano Sasso della Lega e Rita Dalla Chiesa di Forza Italia: una visione comune, dunque.

Piccola miniera d’oro

La maggioranza si è insomma tuffata su una piccola miniera d’oro per dirottare i finanziamenti in molteplici rivoli. La card per finanziare i consumi culturali dei 18enni è stata introdotta dal governo Renzi, finanziata di anno in anno, fino a essere resa strutturale su impulso dell’ex ministro della Cultura, Dario Franceschini.

Nel caso in cui dovesse passare l’iniziativa della destra, sarebbe spazzata via, tanto che l’ex premier Renzi già promette battaglia. Dopo le polemiche, Mollicone, Sasso e Dalla Chiesa hanno puntualizzato che al suo posto sarà introdotta una «carta della cultura».

Come specifica una nota scritta a sei mani, il «ministro Sangiuliano e i sottosegretari stanno già lavorando per convocare un incontro ai primi di gennaio con le categorie coinvolte per definire le linee di questa nuova carta della cultura».

Lo stesso Sangiuliano, però, si è limitato a dire che per lui «il libro è una cosa seria» e che la mossa sulla manovra è «una decisione parlamentare». Insomma, la destra passa prima alla cassa e poi si vedrà nel 2023.

Marconi, che passione

La motivazione ufficiale è quella di voler impiegare le risorse per sostenere il settore editoriale, i lavoratori del settore dello spettacolo e più in generale della cultura. In effetti il comparto dello spettacolo può ricevere altri 40 milioni di euro rispetto a quelli già preventivati. Ma nel testo della proposta di Mollicone ci sono molti altri capitoli di spesa, che hanno le sembianze delle solite mancette che caratterizzano ogni manovra economica.

Infatti dei 230 milioni di euro inizialmente destinati ai giovani, 4 milioni di euro vengono impiegati per «celebrare la vita, le scoperte e l’opera di Guglielmo Marconi nella ricorrenza dei centocinquanta anni dalla sua nascita, che risale all'anno 1874».

Per la Lega questo è una sorta di punto imprescindibile: c’è un altro emendamento, a prima firma Sasso, che chiede l’attuazione di questo provvedimento per commemorare la figura di Marconi. Se fallisce da un lato, si prova da un altro.

Sagre e carnevali

Ma la valorizzazione della figura dell’inventore non sarebbe l’unico micro intervento. Altri 5 milioni di euro verranno prelevati, secondo l’emendamento, per incrementare la dotazione del fondo nazionale per la rievocazione storica. Di cosa si tratta nello specifico? Si tratta di un portafoglio di spesa impiegato per la «promozione di eventi, feste e attività nonché alla valorizzazione dei beni culturali attraverso la rievocazione storica». Insomma, sagre e fiere di paese.

La ripartizione della somma dovrebbe essere stabilita dal ministero della Cultura, che ha così la discrezionalità di orientare gli investimenti come meglio crede. E ancora: altri cinque milioni di euro appartenenti, almeno fino a oggi, alla card della cultura, saranno dirottati sulla promozione dei carnevali storici per l’anno 2023. Per diventare storico basta avere dieci edizioni alle spalle; un altro milione di euro sarà girato all’organizzazione dei festival «dei cori e delle bande musicali».

Una cifra superiore, esattamente un milione e 200mila euro, andrà invece nelle casse dell’Accademia Vivarium novum, che ha la propria sede a Frascati, in provincia di Roma. Ci sono poi altre scelte della maggioranza che vanno in controtendenza rispetto alle battaglie portate avanti nei mesi scorsi.

Mollicone ha sempre contestato le proroghe del precedente ministro Dario Franceschini compiute in vari ambiti. Con il passaggio in maggioranza il deputato di Fratelli d’Italia ha cambiato idea: ora propone il prolungamento di un anno, fino a dicembre 2023, del conferimento degli incarichi non dirigenziali, assegnati nel 2020. Solo su questo capitolo di spesa vengono messi 21 milioni di euro.

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