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Meloni blocca Atreju per evitare effetti boomerang alle amministrative, Salvini ferma Pontida per dribblare la rabbia del nord. Letta invece rianima la festa dell’Unità e così spera di riaggregare pezzi della sinistra.
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Le feste di partito sono sempre state il primo evento politico dopo la pausa estiva e servivano a raccogliere fondi e creare comunità. Oggi offrono attenzione mediatica e ogni leader sceglie attentamente come gestirla (e se volerla).
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In particolare Meloni ha deciso di non organizzare Atreju, ufficialmente perchè in concomitanza con le amministrativa, in realtà teme che un evento così connotato crei tensioni dentro la coalizione di centrodestra e preferisce capitalizzare questo momento favorevole.
All’inizio è stata la festa dell’Unità, la cui prima edizione risale addirittura al 1945 e venne organizzata dal Partito comunista riprendendo la festa di Parigi dell’Humanité, che era l’organo del partito comunista francese. Da allora le feste di partito hanno contagiato tutto l’arco costituzionale: nel 1975, Benigno Zaccagnini rilanciò l’immagine della Democrazia cristiana come partito popolare organizzando la prima festa dell’Amicizia, il Partito socialista aveva la festa dell’Avanti e a



