Flotilla, l’appello di Mattarella. Gli attivisti: «Pronti a mediare»

All’appello del presidente Sergio Mattarella «alle donne e agli uomini della Flotilla» perché «raccolgano la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme» di consegnare in mani religiose, a Cipro, il loro carico di aiuti umanitari, gli uomini e le donne della Flottilla hanno risposto no. Eppure la «particolare intensità» della richiesta, insieme alle parole scelte dal Quirinale, qualcosa smuovono. Se non cambiano la determinazione ad arrivare fino alle acque contese davanti a Gaza, dove proveranno a violare il blocco navale di Israele – illegale per gli attivisti – almeno tengono aperto un filo di dialogo fra il Patriarcato e il comitato direttivo della Flotilla. Un canale raffreddatosi bruscamente dopo che da New York Giorgia Meloni aveva sfidato gli attivisti e svelato il dialogo in corso fra loro e la Comunità episcopale italiana. «Il valore della vita umana, che sembra aver perso ogni significato a Gaza, dove viene gravemente calpestato con disumane sofferenze per la popolazione, richiede di evitare di porre a rischio l’incolumità di ogni persona», scrive Mattarella. «A questo scopo e al fine di salvaguardare il valore dell’iniziativa assunta – valore che si è espresso con ampia risonanza e significato – appare necessario preservare l’obiettivo di far pervenire gli aiuti raccolti alla popolazione in sofferenza». Droni sulla Flotilla, il dossier che accusa Israele e i dubbi sul ruolo di Sigonella L’appello è a che la Flotilla raccolga la disponibilità del Patriarcato, «di svolgere il compito di consegnare in sicurezza quel che la solidarietà ha destinato a bambini, donne, uomini di Gaza» Mattarella non cita le responsabilità del governo di Netanyahu, fatto non apprezzato da molti, nel giorno in cui il premier israeliano all’Onu nega il genocidio e la fame a Gaza, e definisce «vergogna» il riconoscimento dello Stato di Palestina. ll no arriva dalla rada di Creta, dove le barche hanno riparato per aggiustare i danni causati dai droni due notti fa, e per aspettare che il meteo migliori. Ma la portavoce italiana, Maria Elena Delia, non chiude tutte le porte: se la proposta serve «per evitare che le nostre barche navighino in acque internazionali con il rischio di essere attaccati» è inaccettabile, dice, se significa «aprire un canale umanitario permanente per far entrare aiuti e non una soluzione una tantum, potremmo valutarla». Flotilla, la diffida al governo: «Tuteli l’incolumità di chi è a bordo». La Farnesina: «Chi non si ferma in Grecia si assume il rischio» Zuppi, Mattarella, Crosetto Il messaggio di Mattarella arriva per interessamento diretto del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei. E ha subito l’effetto di correggere la percezione che Meloni aveva voluto dare all’iniziativa: intestarsi la mediazione, e insieme farla saltare, svelandola troppo in anticipo. Il presidente ha avvertito la premier della sua nota. La premier l’ha condivisa. Ma da palazzo Chigi filtra una generale irritazione – è un eufemismo – su tutta la vicenda. In queste ore è sempre più evidente che nel governo ci sono due linee: quella del ministro della Difesa Guido Crosetto, in asse con il Colle, preoccupatissimo per l’incolumità degli attivisti (preoccupazione che gli deriva dalle informazioni raccolte sulle intenzioni della marina israeliana), e consapevole dell’effetto a catena che in Italia può provocare un’altra incursione di droni sulle navi: i sindacati hanno promesso lo sciopero generale immediato. Usb, ma stavolta anche Cgil: Maurizio Landini ha riunito i suoi per non farsi trovare impreparato all’eventualità. L’altra linea è quella di Meloni (che ha ringraziato Mattarella «e chi ha raccolto il suo appello») e del ministro Tajani. Stizziti dalle continue manifestazioni proPal (che vengono evocate solo con gli scontri di Milano), spiazzati dalla tempestività della scelta di Crosetto di inviare una nave di soccorso, ma con un indubbio effetto di deterrenza verso altri attacchi. Una scelta apprezzata dalle opposizioni e dal Vaticano. E imitata a stretto giro dal presidente spagnolo Pedro Sanchez. In serata però la premier capisce che non può isolarsi dal tentativo di mediazione: così ringrazia il Colle e le opposizioni che hanno invitato la Flotilla ad accettare le soluzioni alternative proposte» e evitare la scelta di forzare il blocco navale che sarebbe «estremamente pericolosa». Anche per lei, oltreché per gli attivisti. La Flotilla va avanti, Crosetto la avverte: «Non possiamo garantire la sicurezza» Il Pd in alto mare Le opposizioni italiane ora si trovano in una posizione scomoda. Giuseppe Conte, che ha un suo parlamentare imbarcato (da «cittadino») ha chiesto alla Flotilla di prendere in considerazione l’appello ma assicurato che il M5s appoggerà qualsiasi scelta. I dem hanno il deputato Arturo Scotto e l’europarlamentare Annalisa Corrado sulla Karma, la barca dell’Arci, quasi interamente finanziata dal Pd. I due si sono «messi a disposizione degli attivisti» con un ruolo da «scorta istituzionale». In questi giorni hanno tenuto un filo diretto con la segretaria Elly Schlein e con il responsabile esteri Peppe Provenzano. Provenzano giovedì ha riconosciuto la «sensibilità istituzionale e politica di Crosetto, diversa e in contraddizione con quella della premier». Ha ringraziato il Colle per le parole che «riconoscono l’alto valore della missione» e condiviso l’appello. Dalla rada, Scotto e Corrado auspicano «che il dialogo tra i cardinali Zuppi e Pizzaballa e i coordinatori della Global Sumud Flotilla continui proficuamente». Flotilla, una notte sotto attacco: Tajani dica che è un’aggressione criminale Ora serve tempo per una riflessione collettiva degli attivisti, già da giorni più che tesa. La stragrande maggioranza ignora le vicende politiche italiane. Ma è sensibile al ruolo del cardinale Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme. Il meteo avverso aiuta, la pausa è forzata. È probabile che la navigazione riprenda comunque. «La missione continua», consegnare gli aiuti non è l’obiettivo principale della missione, che è «un atto politico, vogliamo creare un corridoio umanitario stabile, rompere il blocco navale degli israeliani e che il genocidio cessi», ha spiegato Simona Moscarelli collegata con l’assemblea dei delegati Cgil a Roma. Eppure la delegazione italiana ha rimandato a Roma la portavoce Delia per «condurre un dialogo diretto con le istituzioni per garantire l’incolumità dei membri italiani dell’equipaggio e il raggiungimento degli obiettivi della missione». L’autrice Dolan: «A differenza dei governi la Flotilla non ha perso l’umanità, per questo si continua a provare»