Da quando a capo del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro c’è l’ex ministro berlusconiano, nei corridoi di Villa Lubin è tutto un fiorire di idee che non fanno certo la storia d’Italia. L’ultima è fresca di incardinamento in commissione alla Camera
Questo articolo fa parte di “Razza Poltrona”, la nuova rubrica di Domani, a cura di Stefano Iannaccone, che svela i retroscena del palazzo e racconta gli angoli nascosti del potere
Il salario minimo, no. Ma la fraternità umana al lavoro, sì: è una priorità per il Cnel di Renato Brunetta. Sarà magari per mettere a tacere le malelingue che continuano a definirlo «un simbolo della casta», o forse per giustificare i 572.240,02 euro lordi totali (di cui 91.367,51 solo per il presidente) sborsati per pagare le indennità di 50 dei 65 consiglieri nel 2024.
Fatto sta che da quando a capo del Cnel c’è l’ex ministro berlusconiano, nei corridoi di Villa Lubin è tutto un fiorire di idee che non fanno certo la storia d’Italia.
L’ultima è fresca di incardinamento in commissione Lavoro alla Camera. Il titolo è “disposizioni per la valorizzazione della fraternità umana nei luoghi di lavoro”, fra gli obiettivi c’è quello di «valorizzare i princìpi di inclusione, uguaglianza e partecipazione per restituire umanità a ogni forma di lavoro autonomo o dipendente». Ad avercene.
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