Il 27 settembre è ripartita la guerra dei gasdotti. Dopo la calma dei prezzi, a tre giorni dal Consiglio europeo straordinario sull’energia che dovrebbe approntare i razionamenti, sia la rotta del gas che collega Mosca a Berlino, sia quella ucraina hanno avuto due forti scosse.

La Svezia ha rivelato «due forti esplosioni» avvenute in acqua nei pressi del tratto del gasdotto Nord Stream 1 e 2 dopo che ieri mattina sono state registrate tre fughe di gas nei tubi che collegano la Russia alla Germania.

A questo nel pomeriggio si è aggiunto che Mosca ha fatto sapere di essere pronta a sanzionare l’Ucraina qualora continuasse a chiedere il pagamento dei diritti di transito, una mossa che mette in dubbio le uniche forniture russe rimaste che arrivano fino all’Italia. E i prezzi del metano sono risaliti ancora una volta sopra i 200 euro a megawattora mentre insorge il problema climatico.

Nord Stream

L’Europa sta indagando, ma l’ipotesi sabotaggio sul Nord Stream viene accreditata sia dalla Russia sia dagli Stati Uniti. Nord Stream 1 non serve l’Unione europea da fine agosto, mentre Nord Stream 2, che pure era “pieno”, non era mai stato usato.

Dopo i danni l’ipotesi che in inverno riprendano i flussi è diventata ancora più remota e il prezzo ha reagito subito: nel pomeriggio il gas ha di nuovo sfondato il tetto dei 200 euro a megawattora. Il contratto future Ttf sul gas naturale olandese, che funge da benchmark per il livello dei prezzi sul mercato europeo, è salito a circa 207 euro per megawattora, in aumento del 19 per cento rispetto al giorno prima per poi scendere di nuovo. A inizio giornata il prezzo era ancora 179,5 euro.

Il Cremlino ha rilasciato una nota in cui ha spiegato che Mosca è estremamente preoccupata. Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov durante un conferenza stampa ha parlato di «una situazione completamente senza precedenti che richiede un’indagine urgente». Per primo ha detto che la possibilità di malfunzionamento dei gasdotti possa essere dovuta a un sabotaggio: «Ora non si può escludere nessuna opzione». Rispondendo a una domanda sui possibili contatti al riguardo del presidente russo Vladimir Putin e del cancelliere tedesco Olaf Scholz, il portavoce del Cremlino ha spiegato che i contatti con la parte tedesca sono gestiti dall’operatore.

L’effetto sul clima

Danimarca e Svezia hanno annunciato una riunione di crisi e la Danimarca ha parlato esplicitamente di problema internazionale. La Commissione europea è stata informata. Tim McPhie, portavoce della Commissione europea, nel briefing quotidiano con la stampa, ha detto che il problema più urgente è l’eventuale effetto sul clima. Il metano infatti ha un impatto quattro volte maggiore rispetto alla CO2: «Un gas con effetti importanti sul cambiamento climatico e l’inquinamento dell’aria, e siamo in contatto con gli stati membri per il fronte marittimo», ha aggiunto il portavoce.

Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, durante una conferenza stampa con il ministro degli Esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar, ha aggiunto che la causa delle fughe di gas è oggetto di indagine. «Potrebbe essere il risultato di un attacco o di una sorta di sabotaggio, ma questi sono rapporti iniziali e non abbiamo ancora conferme - ha affermato -, ma se fosse confermato, non è chiaramente nell’interesse di nessuno».

Il versante ucraino

Intanto Kiev ha chiesto a Mosca che vengano pagati i diritti di transito per il metano. Per Gazprom, Naftogaz Ukrainy, ha rifiutato di adempiere ai propri obblighi di transito attraverso il Gis Sohranivka. «Ai sensi dell'accordo del 30 dicembre 2019», dice la compagnia, il mancato adempimento degli obblighi significa nessun pagamento, anche se Naftogaz Ukrainy rivendica le cause di forza maggiore. Gazprom ha definito la posizione dell’ente ucraino come «ostile», passibile di sanzioni da parte della Federazione russa, e ha minacciato l’interruzione dei contratti e delle transazioni, compresi i pagamenti. L’Italia riceve dalla rotta Ucraina 15 milioni di metri cubi di gas al giorno, meno del 10 per cento dell’offerta italiana di gas. Il problema non sarebbe immediato in termini di approvvigionamenti, ma tra qualche mese bisognerà fare i conti con un ammanco prolungato. La questione prezzi è arrivata subito. Così, dopo l’annuncio ucraino, il Ttf per ottobre su Ice è passato da 183 euro al megawattora a 208.

© Riproduzione riservata