Marco Furfaro, portavoce nazionale della mozione Schlein, nel confronto su Sky le differenze di programma fra i due candidati alle primarie del Pd sono state millimetriche. Impressione sbagliata?
Milioni di persone non vanno a votare perché non associano più la parola sinistra alla parola cambiamento. Lavoratori, disoccupati, imprenditori, partite Iva. Vivono l’angoscia di una precarietà devastante di cui ritengono il centrosinistra responsabile. Non votano o votano Giorgia Meloni. Per riconquistarli e competere contro la destra serve rimettere insieme “il pane e le rose”. Non basta il buon governo, serve una sinistra che abbia il coraggio di disegnare un altro modello di sviluppo. E che torni a ribadire un’idea di società dove non si lascia indietro nessuno e si avanza tutte e tutti insieme. Non è retorica, ma un cambiamento epocale per la sinistra stanca e annoiata cui siamo abituati. Così si torna a vincere e appassionare. Elly è la persona più credibile a rappresentare questa novità, perché la incarna. Ed è l’unica non responsabile delle politiche di questi anni. La differenza sta tutta qui.

Sembra piuttosto che si siano confrontate due antropologie politiche. È cosi?
Facciamo parte di una generazione che ha subito sulla propria pelle il dramma della precarietà, che considera i cambiamenti climatici una priorità, che sa bene che non si è pienamente cittadini se i diritti civili non sono tutelati fino in fondo. A noi non interessa la resa dei conti sul passato. Lo abbiamo subito e la storia lo ha già giudicato negativamente. La candidatura di Elly ha liberato intere generazioni dalla cappa di una sinistra che non era nemmeno più capace di comprendere il mondo e immaginarsene uno migliore.

Non temete l’accusa, che Stefano Bonaccini ha fatto, di tenere più ai diritti civili che a quelli sociali?
I diritti civili sono diritti sociali. Probabilmente un pezzo della sinistra frequenta poco le fabbriche, i centri commerciali, le imprese di questo Paese. Scoprirebbe che donne e omosessuali subiscono vessazioni sul lavoro o hanno orari e stipendi peggiori dei loro colleghi proprio in quanto donne e omosessuali. Chi fa gerarchie tra diritti civili e sociali, in realtà, finisce per negare gli uni e gli altri. Del resto il Jobs Act, che ha reso il lavoro ancor più precario e meno tutelato, non lo abbiamo votato o sostenuto né io né Elly Schlein.

Un'altra accusa che vi viene fatta è di aver imbarcato la vecchia classe dirigente, quella delle molte sconfitte: Orlando, Franceschini, Zingaretti e Bettini. È così?
Sono entrato nel Pd che aveva subito la peggiore sconfitta della sua storia con alla guida tutti quelli in prima fila alle iniziative di Stefano. Con Zingaretti abbiamo vinto le europee e le regionali. Ma non è il punto. Mi è spiaciuto molto che Bonaccini abbia passato due mesi di primarie nel tentativo di camuffare la propria storia e quella di chi lo sostiene provando a delegittimare l’autonomia politica di Elly. Bonaccini ha fatto parte della segreteria di Matteo Renzi, fa parte del gruppo dirigente da tanti anni. Non deve vergognarsene. Qui non si chiedono abiure, il tema è che serve semplicemente un’altra stagione e nuove leadership.

Comunque vada ci sarà un accordo fra i due candidati?
La nostra mozione vive la politica come comunità di cui prendersi cura. Per noi l’unità non è un feticcio, ma una condizione necessaria dello stare insieme. Vogliamo vincere le primarie per fare in modo che non solo sia tra tanti, ma anche tra nuovi. L’unità si fa così, praticando la cura gli uni degli altri, non con gli accordi sulle poltrone. Vinceremo e insieme a chi ha perso inaugureremo una nuova stagione politica.

Bonaccini ha chiesto a Schlein se darà una mano: in caso opposto, temete la fuoriuscita di qualche riformista verso Renzi e Calenda?
La nostra forza è aver riportato nei luoghi della politica ragazze e ragazzi che non ci credevano più. Con noi, il partito si allargherà. Sarà una casa accogliente per chi c’era e per chi verrà. Il dibattito lunare tra riformismo e radicalità lo vive un ceto politico scollegato dalla realtà. Ho avuto il privilegio nella mia vita di incontrare un cattolico come David Sassoli. La sua visione, le sue idee, la sua umanità erano molto più radicali di tanti con la biografia simile alla mia. Costruiremo un partito in cui ognuno possa portare il suo contributo per cambiare il mondo che viviamo.

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