Da anni il consigliere usa i rapporti internazionali e Oltretevere per rendere più potabile la linea sovranista. I tentativi sono spesso andati a vuoto, ma ora si gioca tutto per far capire al leader che ha un’opportunità
- Giancarlo Giorgetti sta alla Lega come Gianni Letta sta a Forza Italia: inscalfibile, è stato il braccio destro di Umberto Bossi nell’era secessionista, ha superato la stagione dei “barbari sognanti” di Roberto Maroni e ora è il numero due di Matteo Salvini.
- Non a caso, è stato lui il primo ad aprire all’esecutivo Draghi. Chi lo conosce bene racconta che i due si conoscono dai tempi in cui Giorgetti era presidente della commissione Bilancio e Draghi a Bankitalia.
- Adesso, tutto dipenderà dalla moral suasion che il Gianca saprà esercitare sui ranghi del partito per portarlo nella direzione che lui non ha fatto mistero di preferire: entrare nel nuovo governo e “normalizzare” il sovranismo. Con o senza Salvini.
Per le vie della sua città, Varese, e tra i leghisti è noto come “il Gianca”. Giancarlo Giorgetti sta alla Lega come Gianni Letta sta a Forza Italia: inscalfibile, è stato il fedelissimo braccio destro di Umberto Bossi nell’era secessionista (al punto d’essere l’unico ammesso in ospedale dopo l’ictus del 2004); ha superato indenne la stagione dei “barbari sognanti” di Roberto Maroni nonostante i due non si siano mai amati per quelle che nella Lega vengono definite «robe varesotte», gelosie terr



