Dice l’talia è parte dell’occidente e del suo sistema di alleanze. Ma è pronta a far sentire la sua voce «non per frenare l’integrazione europea» ma per farla diventare più efficace
«Non sarò la cheerleader di nessuno». Giorgia Meloni si rivolge subito a Berlino nel suo discorso alla Camera. «Si cita Orbn, ma quello della Germania è europeismo?». Nel discorso la premier rimprovera all’Europa di essere intervenuta su argomenti di cui dovrebbero occuparsi i governi nazionali e di aver perso il controllo di energia e catene di valore.
Nonostante ciò, Meloni assicura che «L’Italia è a pieno titolo parte dell’occidente e del suo sistema di alleanze», Unione europea e Nato. È in quei consessi che la premier promette di far «sentire forte la sua voce, come si conviene a una grande nazione fondatrice. Non per frenare o sabotare l’integrazione europea, ma per contribuire a indirizzarla verso una maggiore efficacia nella risposta alle crisi e alle minacce esterne e verso un approccio più vicino ai cittadini e alle imprese».
Meloni annuncia poi di voler proporre una riforma del patto di stabilità e crescita, «senza complessi d’inferiorità». Stesso discorso per la Nato, nell’ambito della quale «l’Italia continuerà a essere partner affidabile, a partire dal sostegno al valoroso popolo ucraino che si oppone all’invasione della Federazione russa». Insomma, nessuna ambiguità sul sostegno a Kiev, nonostante le posizioni ambigue dei partner di governo Lega e Forza Italia.
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