Sono iniziati i lavori del giurì d’onore istituito dalla presidenza della Camera per capire se le rivelazioni del deputato di FdI Giovanni Donzelli abbiano leso l’onorabilità dei parlamentari dem che avevano visitato in carcere l’anarchico Alfredo Cospito. Il responsabile territori dei meloniani li aveva accusati di stare dalla parte «dei terroristi con la mafia»
Nella prima giornata di lavori del giurì d’onore che dovrà dirimere lo scontro verbale tra Giovanni Donzelli (FdI) e diversi parlamentari del Pd, l’ex ministro Andrea Orlando, sentito dall’organismo della Camera, ha difeso il diritto dei deputati a fare visita alle carceri.
«Se andare a fare una visita» a un detenuto in carcere «fosse la causa di una lesione dell'onorabilità dei parlamentari, e mi auguro che questo non avvenga, in qualche modo sarebbe un vulnus all'istituto stesso, che nel corso degli anni ha portato a risultati positivi, perché il prossimo parlamentare che gli venisse in mente di fare una visita ci penserà due volte, qualunque sia la situazione» ha detto il parlamentare dopo l’audizione.
Le audizioni
Il giurì è stato convocato dopo le polemiche che hanno riguardato le rivelazioni di Donzelli attribuite al sottosegretario alla Giustizia Delmastro per la vicenda Cospito ed è presieduto dal vicepresidente della Camera del Movimento 5 stelle Sergio Costa. L’organismo dovrà verificare se l’onore dei dem accusati da Donzelli di stare dalla parte «dei terroristi con la mafia» è stato leso e le affermazioni fatte sono corrette. Al giurì può anche essere assegnato un termine per presentare le sue conclusioni alla Camera, la quale ne prende atto senza dibattito né votazione. Per quanto riguarda i tempi della relazione conclusiva del giurì Costa non si è sbilanciato dicendo che non sarà «senz'altro prima della prossima settimana».
Prima di Orlando erano stati sentiti altri parlamentari del Pd. Ad aprire i lavori è stata la capogruppo Debora Serracchiani, che ha chiesto di chiarire la vicenda. «Mi aspetto che si faccia luce su una dichiarazione che ha portato a questo Giurì. Evidentemente c'è qualcosa da verificare». Meno esplicito il deputato Silvio Lai, chiamato anche lui in audizione, che ha evitato di commentare per attenersi alla regola di segretezza dell’incontro, imposta da Costa. Ha poi chiesto di essere ascoltato anche Walter Verini: una prima volta che un senatore viene ascoltato da un giurì dell’altro ramo del parlamento.
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