Fratelli d’Italia tende la mano in legge di Bilancio a una lobby amica, quella dei bus turistici, seguendo il modello storico dei tassisti.

Il capogruppo alla Camera di FdI, Tommaso Foti, ha firmato un emendamento per garantire uno sgravio sulle accise del gasolio per i veicoli fino a Euro 4, impiegati per il trasporto di viaggiatori effettuato con noleggio di autobus con conducente.

Sono i bus turistici usati nelle gite scolastiche, nei viaggi organizzati o per le trasferte dei tifosi per le partite di calcio e per qualsiasi altra esigenza turistica.

Sgravio perenne

Il settore movimenta un fatturato di circa 2 miliardi di euro, colpito da una forte contrazione a causa delle ondate di Covid.

Le dimensioni restano importanti con 6mila aziende attive e 25mila dipendenti. Una roccaforte di voti che, fin dagli anni scorsi, ha trovato una sponda in Fratelli d’Italia.

Durante le chiusure legate alla pandemia, il partito di Giorgia Meloni è stato il principale interlocutore delle associazioni di settore che chiedevano maggiore attenzione e ristori più sostanziosi.

In una manifestazione di fronte a Montecitorio di due anni fa sono stati espressamente ringraziati i rappresentanti di FdI.

Una delle battaglie storiche della categoria quella per le agevolazioni garantite agli autotrasportatori con uno sconto sull’aliquota per il gasolio.

Il testo è firmato, tra gli altri, dal presidente della commissione Trasporti, Salvatore Deidda, e dalla capogruppo in commissione Bilancio, Ylenia Lucaselli, e non mostra grande sensibilità nemmeno nei confronti della sostenibilità ambientale, garantendo lo sgravio anche a veicoli considerati inquinanti.

L’effetto dell’approvazione dell’emendamento sarebbe un incremento, nemmeno tanto indiretto, dei sussidi ambientalmente dannosi.

Secondo quanto si legge nella proposta, peraltro, la disposizione non sarebbe provvisoria, per far fronte alla contingenza del rincaro dei pezzi, ma avrebbe carattere strutturale dal 2023, mettendo in conto la spesa fissa di 27 milioni di euro per venire incontro ai minori introiti nella casse statali.

Pensioni a Monaco

Ma non è solo Fratelli d’Italia a cercare il dialogo con l’elettorato di riferimento. La stessa strada è seguita da Noi Moderati, il gruppo centrista presieduto da Maurizio Lupi, che ha messo nero su bianco la proposta per garantire una tassazione agevolata al 5 per cento (equiparandola a quella svizzera), rispetto all’attuale 23 per cento, ai residenti in Italia che prendono la pensione, di qualsiasi tipo, dal principato di Monaco.

A chi interessa un’iniziativa del genere? Secondo i numeri delle caisse sociale monegasca, sono circa 8mila ex lavoratori frontalieri, per lo più liguri, che hanno lavorato nel Principato di Monaco.

L’ispiratrice dell’emendamento è Ilaria Cavo, ex assessora all’Istruzione della regione Liguria ed esponente del partito Italia al centro di Giovanni Toti, che ha quindi a cuore la questione per ragioni territoriali e di conseguenza elettorali.

Così è disposta a mettere sul piatto, insieme ai colleghi di gruppo alla Camera, quasi 6 milioni e mezzo per il 2023 e oltre 3 milioni di euro per il 2024.

La motivazione alla base è che molte di quelle pensioni non sono affatto principesche, ma risulterebbero, viene riferito, «sulla soglia della povertà».

Su questo, però, non ci sono statistiche ufficiali, mentre è certo che nel testo dell’emendamento alla manovra non ci sia alcuna traccia della progressività, che manifesterebbe la volontà di garantire un effettivo rialzo solo alle pensioni più basse.

A beneficiarne potrebbero essere, in teoria, personaggi noti e ricchi, che decidono di trasferire le attività lavorativa nel Principato e in futuro possono percepire la pensione restando in Italia.

Da Noi Moderati proviene un’altra idea: potenziare il personale di diretta collaborazione, chiamato su base fiduciaria, del ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, portandolo da 75 a 100 unità per rispondere ai «nuovi compiti previsti dalla riforma della Politica agricola comune».

Un’iniziativa che sarebbe gradita al ministro Francesco Lollobrigida, con cui ci sono ottimi rapporti: è stato il regista dell’operazione che ha concesso la formazione in deroga del gruppo di Lupi alla Camera.

Reggio Calabria decentrata

L’elenco emendamenti singolari, dal sapore elettorale, non può soprassedere sul caso di Francesco Cannizzaro, deputato di Forza Italia, che ha trovato il modo per provare a garantire alla sua città d’elezione, Reggio Calabria, la possibilità di istituire le circoscrizioni di decentramento comunale, l’equivalente dei municipi di Roma.

Un modo per creare altri livelli di amministrazione. La legge in vigore richiede infatti che un comune abbia almeno 250mila abitanti per crearle.

Con l’emendamento ci sarebbe una deroga spettante a chi possiede il titolo di “città metropolitana”, come nel caso della sua Reggio Calabria. La proposta ha superato la tagliola dell’inammissibilità e potrebbe essere votata.

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