Dopo la pubblicazione della notizia dell’indagine per concorso esterno in associazione mafiosa a carico di Lorenzo Cesa, che era in trattativa con il suo gruppo per entrare in maggioranza, il M5s ha provato a mettere qualche paletto rievocando i valori delle origini. L’ex deputato Alessandro Di Battista ha dettato la linea: vanno bene i costruttori, «ma non se sono condannati o indagati per reati gravi». Luigi Di Maio, come spesso accade in questi mesi, è andato a traino, rompendo il silenzio e ribadendo che la maggioranza si può allargare, ma non «con soggetti condannati o indagati per mafia o reati gravi».

Distinzione molto generica che lascia ampio spazio alla discrezionalità, visto che, come hanno sempre teorizzato anche gli stessi grillini, possono esserci incensurati molto meno presentabili di un imputato. In realtà una senatrice, già nella schiera dei costruttori, sotto processo c’è, ma non ha suscitato alcuna presa di posizione da parte degli esponenti del M5s. I grillini non hanno avuto nulla da eccepire quando Mariarosaria Rossi ha votato la fiducia al governo di Giuseppe Conte. Rossi non è indagata, ma è imputata per falsa testimonianza nel processo Ruby ter.

Ruby è la giovane marocchina, protagonista delle notti erotiche di Arcore, che i forzisti hanno lungamente trattato «come la nipote di Mubarak». Il processo vede sul banco degli imputati chi, secondo l’accusa, avrebbe inquinato i pozzi con testimonianze mendaci e anche in cambio di soldi. I reati contestati sono corruzione e falsa testimonianza, la senatrice risponde solo di quest’ultimo reato. Secondo la pubblica accusa Rossi, nel processo Ruby uno, avrebbe mentito in aula quando è stata ascoltata in merito alla sua presenza alle serate di Arcore, alla presenza di prostitute e dell’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

Rossi, pur di salvare il presidente, avrebbe derubricato tutto a cene eleganti negando la presenza di donne danzanti, toccamenti e contatti e ha «falsamente dichiarato», scrive il giudice che l’ha mandata a processo, che il termine “bunga bunga” si riferiva unicamente alla battuta finale di una barzelletta poi sostituito con “squit squit”. Rossi e la sua difesa contano di uscire completamente assolte dal processo, avendo, sostengono, raccontato senza mentire quello che la senatrice ha visto nelle rarissime occasioni, una o due volte, in cui ha partecipato alle serate dalle quali si sarebbe allontanata dopo cena. Nel processo tre donne si sono costituite parte civile.

Una storia dimenticata

Nel 2018, la senatrice, tramite i suoi legali, ha provato a trovare un accordo economico per risarcirle, ma non è stato raggiunto e tutto è naufragato. Una storia dimenticata dal M5s, ma anche dal governo visto che la senatrice Mariarosaria Rossi, il giorno dopo aver votato la fiducia al governo di Giuseppe Conte, si è recata a palazzo Chigi per incontrare il premier. «Da ministro, sono stato ricevuto una sola volta a Chigi, 15 giorni dopo mia richiesta e due ore di anticamera. La senatrice Rossi, conosciuta come badante di Berlusconi, è stata ricevuta subito dopo suo voto favorevole al Senato. Se premier vuole fiducia, no mercimonio», ha scritto su Twitter l’ex ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, prima di chiedere scusa per il termine badante. Il voto di Rossi al Senato ha scatenato la reazione dei forzisti che hanno espulso l’ex fedelissima di Berlusconi. «Il presidente considerava la senatrice ancora una cara amica, questo voto non ha nulla a che fare con presunte strategie del cavaliere di avvicinamento al governo, Berlusconi è molto deluso», assicura un esponente forzista, molto vicino all’ex premier.

«Forza Italia sempre», diceva Mariarosaria Rossi, esattamente un anno fa, mentre inaugurava la pizzeria di famiglia, a Prisco, in provincia di Caserta, gestita dal fratello e dal figlio. La passione per lo champagne e la pizza arriva da lontano. Nel 2015 in compagnia dell’allora fidanzata di Berlusconi, Francesca Pascale, la senatrice Rossi si è fatta immortalare in alcuni scatti mentre impastava una margherita. Al lancio del locale dello scorso anno hanno partecipato amici e autorità locali con Antonio Razzi, l’ex senatore responsabile che salvò politicamente Silvio Berlusconi, che aveva realizzato un video per sostenere l’avventura imprenditoriale. Un anno dopo Rossi che di Berlusconi è stata fedelissima, consigliera, tesoriera del partito, appellata come badante, è passata dall’altra parte tradendo l’ex cavaliere e votando la fiducia al governo di Conte in rottura con Forza Italia.

Un addio che arriva dopo che l’ex cavaliere ha lasciato Francesca Pascale, legatissima alla senatrice, fidanzandosi con Marta Fascina e archiviando il vecchio cerchio magico di cui Rossi era protagonista assoluta. Rossi, custode di segreti, per anni fedelissima di Berlusconi che ha difeso da ogni accusa, già da tempo si era smarcata e aveva dato segni di cedimento fino al voto che ne ha sancito il definitivo addio, accolta a braccia aperte tra le costruttrici.

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