- Il governo continua la pratica di ridurre i decreti a emendamenti, comprimendo le possibilità di discussione alla Camera e al Senato che continuano così a perdere la loro centralità.
- Uno dei casi più significativi è stato il decreto Ristori, varato dal governo Conte bis, che nel corso dell’esame a palazzo Madama aveva assorbito altri tre decreti. Il più recente riguarda i decreti Covid del 2022.
- In una lettera il presidente della Repubblica aveva invitato il presidente del Consiglio Mario Draghi a evitare la pratica di decreti che inglobano altri decreti per permettere alle camere di poterli esaminare uno per volta.
Un governo che procede a colpi di emendamenti. O più esattamente: di decreti ridotti a emendamenti, in una sorta di matriosca legislativa, con il parlamento trasformato sempre più in spettatore. Il compito di senatori e deputati è solo quello di approvare, vedendo passare via i commi, gli articoli e i rispettivi contenuti. Con buona pace degli appelli alla centralità delle camere. L’ultimo monito è stato quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante il discorso di giuramen



