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Il cdm ha approvato una stima «prudente» di Pil al più 1 per cento in un «quadro incerto». Nessuna ostentazione di ottimismo: la prospettiva dei prossimi due anni, con la messa a terra del Pnrr, inizia a impensierire l’esecutivo Meloni.
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Sulla gestione migratoria fa un salto indietro al 2011: nominerà un commissario per sei mesi, probabilmente un prefetto, che lavorerà con la protezione civile e la Croce rossa e con lo stanziamento di 5 milioni di euro.
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Per la vicepresidente del Pd, Chiara Gribaudo, invece, quella del governo è propaganda: «Non sanno gestire e regolarizzare l'immigrazione. Intanto gli imprenditori italiani avrebbero bisogno di 500mila lavoratori».
Dopo due ore di consiglio dei ministri, la riunione si è chiusa con due passaggi fondamentali per le prossime tappe politiche ed economiche: l’approvazione del documento di economia e finanza e la dichiarazione dello stato di emergenza per sei mesi per gestire i flussi migratori. Quest’ultima decisione segna un netto cambio di direzione del governo nella gestione dei migranti: la prospettiva è quella di nominare un commissario per affrontare il problema dell’aumento degli arrivi dal nord Afri



