Mentre infuria la crisi di governo e vanno avanti le consultazioni, dentro Palazzo Chigi è entrato il processo Gregoretti. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha testimoniato sull’operato del governo e di Matteo Salvini quando era ministro dell’Interno,  e la linea difensiva del leader del Carroccio, accusato di sequestro di persona per aver impedito lo sbarco di 147 migranti, ha vacillato. Per il gup Nunzio Sarpietro il premier Conte non ha avallato le azioni di Salvini: «Ha reso un’ottima testimonianza che ha chiarito tantissimi elementi sulla politica di governo e sulla ricollocazione dei migranti nei vari eventi Sar. Non si può dire che il premier abbia avallato le azioni di Salvini». La linea politica e le azioni dei ministri, ha aggiunto, sono due cose diverse: «Il presidente del Consiglio detta la linea politica generale del governo, e la coralità nelle decisioni atteneva alla metodologia generale. I singoli eventi poi erano curati dai singoli ministri». Mentre l’avvocata del leader della Lega, Giulia Bongiorno, sta cercando di dimostrare che l’azione di Salvini non è un reato ma un’azione politica condivisa dall’esecutivo.

Responsabilità

«L'avvocato Bongiorno – ha detto Sarpietro - ha insistito sulla posizione del presidente del Consiglio in relazione alla politica generale di ricollocamento» dei migranti. «Il presidente del Consiglio credo sia informato di mille cose, ma non può seguire tutto minuto per minuto. Nelle carte ci sono delle lettere in cui si parla di lavoro di squadra, a livello nazionale, internazionale ed europeo», ha proseguito il Gup. A chi gli chiede se dunque le responsabilità siano comuni, «bisogna vedere di che responsabilità parliamo - replica - se parliamo di responsabilità politica è una cosa, la responsabilità penale è un’altra».

Palazzo Chigi

Sarpietro, prima di entrare a palazzo Chigi, ha indicato il premier come testimone chiave: «Penso che il premier abbia una posizione chiave in questo momento e credo sia l’unico che ci possa dare delle indicazioni fondamentali per il processo».

Gli avvocati di parte civile si sono preparati: «Produrremo delle lettere di corrispondenza tra Conte e Salvini e anche un cd con una trascrizione. Abbiamo una griglia molto fitta di domande da fare a Conte, penso che l’udienza durerà un paio d’ore» ha detto Daniela Ciancimino, legale di Legambiente nazionale e Sicilia, all’ingresso a palazzo Chigi. «Noi avvocati delle parti civili abbiamo costituito un collegio difensivo - spiega -. Nelle lettere c’è la corrispondenza tra il premier e l’ex ministro dell’Interno in occasione del successivo evento Sar sul caso Open Arms che poi sarebbe poi successo 15 giorni dopo la Gregoretti. Si tratta di una serie di lettere molto molto indicative delle posizioni e delle distanze prese. Chiederemo a Conte di spiegarci il senso della posizione da lui assunta, se c’erano delle distanze o delle convergenze». Un’analisi delle posizioni che ha coinvolto anche il contratto di governo. Corrado Giuliano (Accoglierete) ha aggiunto: «A Conte chiederemo anche l’autentica interpretazione del contratto di governo». Non è previsto un confronto tra Conte e Salvini ma Salvini era presente: «Se vuole – ha detto Ciancimino -, come elemento di garanzia dell’imputato, potrà rendere delle dichiarazioni ma non ha ancora manifestato ad oggi la volontà di essere interrogato. Noi riteniamo sarebbe molto importante».

Presto ci saranno le nuove testimonianze. Il 19 febbraio nell'Aula bunker del carcere Bicocca a Catania saranno sentiti l'allora vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e l'ambasciatore Massari: «La nostra diplomazia ha fatto un lavoro straordinario» ha detto il giudice.

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