- È un sentiero accidentato, irto di spine e zeppo di buche, quello su cui camminano i genitori credenti di figli Lgbt. Più aspro rispetto ai loro omologhi laici. Oltre allo stigma della società, devono affrontare il senso di irrimediabile peccato, l’esclusione.
- Una mamma, Anna Battaglia, racconta: «Chiusi con una Chiesa vecchia, non con la fede. L’omosessualità di mio figlio ha sconvolto le mie certezze obbligandomi ad andare più a fondo».
- L’incaglio continuo del ddl Zan fonda le sue radici anche sulla costante avversione espressa dalla Conferenza episcopale. Ma se qualcosa proprio nella Chiesa sta cambiando, lo si deve anche a questa mite spina nel fianco rappresentata dai credenti Lgbt e dai loro genitori.
I cattolici con figli Lgbt vogliono fare una rivoluzione
16 maggio 2021 • 08:00Aggiornato, 17 maggio 2021 • 13:00