Fra le due ondate sono esplosi gli scontri. Poi il Movimento è scomparso dalla gestione della crisi. Ora i parlamentari, in lotta con i ministri, lavorano per ottenere risultati. Ma assicurano di tenere un occhio sui ristori per chi ha subito danni dalle chiusure
- I problemi dei Cinque stelle nella pandemia sono stati parecchi e i membri del governo pentastellati non hanno sempre dato prova di unità o di coerenza. Basti pensare ai casi dei ministri Lucia Azzolina e Vincenzo Spadafora.
- I gruppi parlamentari continuano fedeli ad assicurare il proprio supporto lavorando però ormai per l’obiettivo. I portavoce promettono di assicurare tempistiche rapide per i ristori ma ammettono di aver visto qualche errore nelle mosse dei capi.
- Resta la questione Stati generali, che dovrebbe risolvere tra le altre cose il nodo di Roma, dove Virginia Raggi ancora non ha ritirato la sua candidatura.
«Ascoltare, capire, lavorare». Erano queste le tre raccomandazioni che Luigi Di Maio ha affidato a una lettera a Repubblica la settimana scorsa. Le direttive sono poi state ribadite dal capo politico del Movimento 5 stelle, Vito Crimi, il quale ha osservato che nelle proteste degli ultimi giorni contro le misure per arginare la pandemia «non ci sono solo atti di violenza. Ci sono timori e preoccupazioni che è nostro dovere tenere in grande considerazione, come sempre». È il tentativo del M5s di



