Il correntone blinda Schlein. «Ma la tua vera forza è il Pd»

«Potete contare su di me, come io so di potere contare su di voi». La conclusione di Elly Schlein, davanti a duemila persone e dopo un’ora di intervento nel tendone costruito nel giardino di Poggiofanti a Montepulciano, dice tutto: la segretaria del Pd ha capito il messaggio lanciato dalle tre correnti di maggioranza che si sono unite in un correntone (ma su questo ci sono versioni discordi, lo vedremo) per chiederle di aprire una discussione nel partito su come «Costruire l’alternativa», titolo della tre giorni. Perché vogliono contare di più. E perché è cosa utile anche a lei, che ormai si è lanciata nella corsa verso la premiership dell’alleanza per il 2027: ma un po’ in solitaria. In particolare senza coinvolgere (è il giudizio generale) proprio la parte del Pd che l’ha già portata alla vittoria al congresso del 2023. Lei capisce: «La buona notizia è che la maggioranza si è già allargata e anche qui ci sono persone che al congresso avevano fatto scelte diverse». Dal palco hanno parlato anche Gianni Cuperlo, Dario Nardella, e i neoulivisti di Crea Marco Meloni e Anna Ascani. Né Schlein dimentica di ringraziare il presidente Stefano Bonaccini, che della maggioranza non fa parte ma la cui corrente ha subìto una scissione per l’accusa di essersi troppo allineato a lei. Peraltro sabato a Prato si sono riuniti i “riformisti scissionisti”: da Montepulciano Schlein omaggia anche loro. Il tesoriere Michele Fina invece li punzecchia per la nostalgia del Pd di prima, quello del governo senza vittorie elettorali, e delle molte sconfitte: «Tranquilli, il meglio è passato». Minuetti a parte, il messaggio è ricevuto: «Il Pd è il perno dell’alleanza», ed ora «è arrivato il momento di ingaggiare una discussione vera con il paese, e non parlo solo dei nostri iscritti», Schlein si riferisce al monumentale partito degli astenuti. Non è un lavoro solitario: «Serve un collettivo, una comunità, un partito che chiami l’Italia a riparare quello che sta accadendo», in Italia e in Europa, dice Nicola Zingaretti, ex segretario e capodelegazione a Bruxelles. Morassut (Pd): «Maggioranza dem a Montepulciano? Serve trasparenza» Un correntone e un voto Subito prima di Schlein parlano i tre front runner dell’iniziativa, l’ex ministro Peppe Provenzano (Dems), la deputata Michela Di Biase (Areadem) e Roberto Speranza (Art.1). Ciascuno su pezzi di programma futuro. Il punto delicato resta la guida della coalizione, l’«alternativa» da «costruire». E una conduzione meno solitaria del Pd. L’ex ministro Provenzano: «Questa continua messa in discussione della leadership non è un attacco al ruolo di Elly Schlein, è un attacco al ruolo del Pd». Serve un dibattito aperto: «Discutiamo, anche tra alleati, magari cercando di evitare di farlo sul terreno di Giorgia Meloni facendole un favore», allusione alle schermaglie con Giuseppe Conte sulla partecipazione ad Atreju, la festa di FdI, «Le regionali ci dicono che possiamo battere Meloni grazie a quella politica testardamente unitaria della nostra segretaria che ha consentito al Pd di essere alla guida di un processo politico. Non è lo Statuto ma è la politica che ci sta dicendo questo». Quest’ultimo riferimento invece è all’art. 5 dello Statuto Pd che prevede che il segretario (la segretaria in questo caso) sia automaticamente candidata premier del partito. L’ex ministro Speranza: «I mesi che ci aspettano sono difficilissimi e meravigliosi: a te la guida, Elly. Lo hanno detto i militanti e i risultati di questi mesi. Quest’assemblea ti dice che noi ci siamo, che saremo fino in fondo al tuo fianco: sfrutta al meglio le potenzialità di questa comunità». Più esplicita Di Biase, propone un voto negli organismi di partito: «Lo statuto del Pd già dice tutto: la candidata premier è la segretaria del partito e in caso di primarie di coalizione è la candidata delle primarie. Aggiungiamo in assemblea nazionale: “Sarà l’unica candidata del Pd alle primarie di coalizione”». La deputata non ha dubbi su cos’è successo in tre giorni e 120 interventi: «Oggi iniziamo un nuovo percorso. Non siamo una corrente che nasce per garantirsi una fetta della spartizione del potere» ma «un’area politica aperta e inclusiva, che vuole coltivare delle diversità e cerca di fare emergere un contributo di idee e contenuti da offrire a tutto il Pd». E ancora, alla segretaria, che ha seguito il dibattito della mattinata dalla prima fila: «Elly, tanta della tua forza sarà presentarti al paese con la forza del Pd alle spalle». Schlein, arrivano i rinforzi. E partono da Montepulciano Silenzio assenso di “Dario” C’è un passaggio di testimone soft alla guida di quest’area nascente. Speranza tira l’applauso a Dario Franceschini, presenza assidua in platea ma discretissima: «Il rinnovamento è più forte se ha radici. E Dario ha dato un buon esempio». Alla fine, con i suoi, “Dario” è ironico: «Ormai prendo gli applausi perché non parlo». Andrea Orlando, leader della sinistra, non è persuaso (è un eufemismo) dall’idea del correntone. Ma porta a casa il risultato: Schlein ha accettato la richiesta di «un percorso», ovvero «una discussione programmatica su tutto il territorio», fino a «un momento nazionale nel quale questo lavoro diventi una piattaforma per l’alternativa». Vero, la segretaria ha annunciato l’avvio di una «discussione» in vista del programma per il 2027. Però non ha annunciato la data dell’assemblea nazionale (si parla del 13 dicembre). Forse non voleva farlo in un’iniziativa di corrente, neanche del “suo” correntone: «Sono orgogliosa di un partito plurale, resto la segretaria di tutte e tutti». O forse non ha ancora deciso. Il correntone mostra i muscoli a Schlein: «Discutere non fa male»