Italia

Il discorso di Mattarella sui diritti e il ruolo delle minoranze

  • Al netto dell’economia del discorso, indirizzato a dire il vero più a smussare la polarizzazione «uguaglianza, libertà, fraternità» e «Dio, patria e famiglia» che a porsi come controcanto degli scempi linguistici e concettuali del ministro Lollobrigida, il discorso del Presidente Mattarella solleva, ad osservarlo con attenzione, più di una perplessità.
  • Siamo tutti d’accordo con l’idea per cui, «è la persona a essere destinataria di diritti universali, di tutela e protezione. Non la stirpe, l’appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale», ma il discorso inizia a diventare scivoloso se ci si interroga sul diritto delle minoranze a preservare la propria identità. 
  • Non si chiede certo ad un discorso presidenziale di risolvere l’eterno tema filosofico dei rapporti fra universale e particolare, ma bisogna abituarsi a rivedere  confini che davamo per consolidati se non si vuole ritrovarsi con pericolosi fenomeni di separatismo interno.

Al netto dell’economia del discorso, indirizzato a dire il vero più a smussare la polarizzazione «uguaglianza, libertà, fraternità» e «Dio, patria e famiglia» che a porsi come controcanto degli scempi linguistici e concettuali del ministro Lollobrigida, il discorso del presidente Sergio Mattarella davanti alla tomba di Alessandro Manzoni solleva, ad osservarlo con attenzione, più di una perplessità perché sembra sentirsi l’eco di una logica assimilazionista che appare responsabile di alcuni dei

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