Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo aver consegnato la campanella a Mario Draghi e aver definitivamente lasciato Palazzo Chigi ha pubblicato un post in cui si dice determinato «a proseguire questo percorso» e ancora una volta replica a Matteo Renzi, che lo aveva attaccato sulle “poltrone”, in maniera velata: «Ho lavorato nel “Palazzo”, occupando la “poltrona” più importante. Ma tra i corridoi e gli uffici di Palazzo Chigi, anche alla fine delle giornate più dure e dopo le scelte più gravose, ho sempre avvertito l’orgoglio, l'onore e la responsabilità di rappresentare l'Italia». Il premier dice di aver apprezzato il sostegno ma anche le critiche dei cittadini: «Sono grato a voi cittadini per il sostegno e l'affetto, che ho avvertito forti e sinceri in questi due anni e mezzo. Ma vi sono grato anche per le critiche ricevute: mi hanno aiutato a migliorare, rendendo più ponderate le mie valutazioni e più efficaci le mie azioni».

La pandemia

Nel messaggio di commiato, Conte ha ricordato la pandemia, che di fatto ha occupato quasi un anno esatto del suo secondo mandato, quello della maggioranza giallorossa, che è andato dal 5 settembre 2019 a oggi. Un periodo molto lungo: «La forza e il coraggio dimostrati dalla intera comunità nazionale soprattutto durante quest’ultimo anno di pandemia sono stati davvero incredibili: ci hanno dimostrato che ogni ostacolo, anche il più alto e insidioso, può essere superato, scacciando via le paure e i calcoli di convenienza, fidando nel coraggio dell’azione, nella determinazione dell’impegno, nell’etica della responsabilità».

Da oggi Conte non sarà più presidente del Consiglio. Il suo governo (il secondo dopo quello gialloverde) è durato 510 giorni. «Torno a vestire i panni di semplice cittadino. Panni che in realtà ho cercato di non dismettere mai per non perdere il contatto con una realtà fatta di grandi e piccole sofferenze, di mille sacrifici ma anche di mille speranze che scandiscono la quotidianità di ogni cittadino».

Progetti politici

Conte l’ha presa alla larga, partendo dall’elogio della politica: «È davvero necessario che ognuno di noi partecipi attivamente alla vita politica del nostro paese e si impegni, in particolare, a distinguere la (buona) Politica, quella con la - P - maiuscola, che ha l’esclusivo obiettivo di migliorare la qualità di vita dei cittadini, dalla (cattiva) politica, intesa come mera gestione degli affari correnti volta ad assicurare la sopravvivenza di chi ne fa mestiere di vita».

Lui si è detto soddisfatto del percorso fatto e guarda al futuro: «Insieme a tanti preziosi compagni di viaggio abbiamo contribuito a delineare un percorso a misura d’uomo, volto a rafforzare l’equità, la solidarietà, la piena sostenibilità ambientale. Il mio impegno e la mia determinazione saranno votati a proseguire questo percorso. La chiusura di un capitolo non ci impedisce di riempire fino in fondo le pagine della storia che vogliamo scrivere».

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