Italia

Il Movimento 5 stelle ha già fissato il prezzo per salvare il governo

Italian Premier Giuseppe Conte, left, greets Foreign Minister Luigi Di Maio upon his arrival to the \\\"A pact for the Export \\\" meeting, in downtown Rome, Wednesday, Sept. 9, 2020. (AP Photo/Gregorio Borgia)
Italian Premier Giuseppe Conte, left, greets Foreign Minister Luigi Di Maio upon his arrival to the "A pact for the Export " meeting, in downtown Rome, Wednesday, Sept. 9, 2020. (AP Photo/Gregorio Borgia)

La chiave è nella risoluzione che presenterà come atto d’indirizzo al governo la maggioranza, ma i ribelli non si fidano più dei vertici:  «Occorrerebbe azzerare i vertici che non si sono dimostrati all'altezza. Abbiamo avuto nani là dove servivano giganti», dice Mattia Crucioli, uno dei frondisti

  • Chi ha minacciato di votare no vorrebbe vedere agganciato alla ridiscussione del Mes all’interno della “logica di pacchetto” e almeno un termine temporale che vincoli il governo non soltanto sulla carta.
  • Continua intanto il meticoloso lavoro per recuperare i “frondisti” meno convinti. La linea è quella ribadita in questi giorni dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio: chi vota contro la riforma è contro Conte.
  • Una parte dei ribelli, però, si sente tradita, dai vertici, ma più di tutti da Alessandro Di Battista.

Il testo ancora non c’è, l’accordo neppure. Eppure il tempo stringe. Oggi infatti riprenderanno i colloqui di maggioranza per trovare l'intesa sulla riforma del Mes da approvare mercoledì. Non saranno le riunioni elefantiache a portare la pace nei gruppi parlamentari Cinque stelle, sempre più irrecuperabilmente spaccati tra chi non è disposto ad accettarla e chi spinge per rendere il via libero già anticipato a livello europeo dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. La chiave è nella risol

Per continuare a leggere questo articolo