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Il Movimento si rassegna al conflitto strutturale, si guarda al dopo-Crimi

Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
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Il capo politico reggente deve fungere da parafulmine: Crimi ha pagato il ritardo che il suo Movimento ha imposto al paese per interpellare gli attivisti durante le consultazioni anche in televisione, uscendo dal salotto di Giovanni Floris con le ossa rotte

  • Quella che si sta concretizzando in questi giorni nel corso dei continui incontri dei diversi sottoinsiemi che formano il M5s è una spaccatura sempre più istituzionalizzata. Non c’è occasione in cui non riaffiori la contrapposizione tra i “Di Maio boys”, come ormai vengono chiamati dai parlamentari, e i ribelli.
  • A inserire un nuovo elemento nella faida interna arriva nel weekend il post di Davide Casaleggio, che si inserisce perfettamente a metà tra i ribelli e i governisti: l’apertura sull’astensione durante il voto di fiducia proposta dal presidente di Rousseau offre una scialuppa di salvataggio agli indecisi.
  • Se al gruppo di interessati all’organo collegiale si aggiunge una figura ingombrante come Di Maio e si considera che il meccanismo deciso agli Stati generali prevede che ci sia una rotazione regolare del primus inter pares che presiederà l’organismo, la crisi strutturale è evidente.

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